Conferenza stampa: M9 – Peter Greenaway e Architorti
Valerio Zingarelli, AD di Polymnia apre la conferenza stampa, orgoglioso delle numerose richieste giunte per l’evento di venerdi sera.
A causa dei posti limitati dell’auditorium sono state accettate solo le richieste in ordine di arrivo fino ad esaurimento, così alta che conferma l’entusiasmo della città per M9 ed i suo eventi.
Questo in particolare in prima mondiale, è il lavoro del regista e degli Architorti, si conoscono da 10 anni, hanno lavorato insieme non solo per il cinema ma anche per documentari e TV.
Il regista Greenaway ha avuto anche una lunga esperienza da montatore nell’industria cinematografica britannica, con una sua visione spesso diversa da molti altri regista, i suoi tagli così veloci lasciavano il segno nelle pellicole.
Visioni diverse di cinema, c’è ad esempio Tarantino che insiste nella sua visione di cinema tradizionale, mentre molti altri, in un epoca in cui il digitale è il quotidiano dove il ruolo del montatore è sicuramente più semplice, ma nello stesso tempo rimane fondamentale per trasmettere un messaggio, anche Marco degli Architorti, conferma l’importanza del ruolo anche per la musica.
Greenaway sottolinea l’importanza del ruolo del digitale come strumento in grado di permettere al regista un controllo completo del prodotto, rendere disponibili strumenti che prima non esistevano, che danno la possibilità di controllare pienamente il prodotto cinematografico.
E qui M9 viene preso come esempio di come il digitale possa come anche nel cinema, permettere anche nel settore museale, di realizzare un nuovo concetto di museo, vivo, differente dai musei tradizionali del passato, M9 è un museo del presente come ne vediamo solo nei paesi del medio oriente, musei destinati ad un evoluzione completa, in cui il contenuto “vivente” può essere cambiato, si evolve, si amplia, si adatta.
Peter Greenaway continua nel suo pensiero raccontando come sarà organizzata la serata: Penso che quello di domani sera sarà un esperimento che per la prima volta metteremo in scena, una breve introduzione del lavoro, la visione di una clip con il sonoro originale e poi un video ma con la musica live degli archistorti, poi il regista uscirà di scena e lascerà il palco al quartetto che si esibirà per il resto della serata.
Un esperienza che secondo Greenaway, servirà per dare modo allo spettatore di sperimentare quale sia la differenza tra il live e la musica registrata, un esperimento frutto di un progetto congiunto tra il regista e il gruppo musicale.
Peter Greenaway espone anche il suo punto di vista sull’importanza del compositore e del suo lavoro nel prodotto cinematografico, e il suo ruolo fondamentale della musica nel lavoro di un regista.
Greenaway è legato a Venezia, almeno 3 volte l’anno si reca in città è svela un suo progetto, in attesa di un produttore, un film che segue la traccia di Thomas Mann con la sua opera “Morte a Venezia” , il film di Greenway è il seguito di questa storia, cosa sarà di questo ragazzo 40 anni dopo ?