Una tassa europea sul carburante?
Ebbene si, ovviamente ha cercato di mantenere il riservo del progetto, ma la commissione europea starebbe pensando ad applicare una “carbon TAX” sul carburante per aviazione, attualmente esente da tasse.
Lo studio, considererebbe diversi scenari possibili, considerando la tassazione attualmente applicata da ciascuno stato membro e le conseguenze su traffico passeggeri ed occupazione, qualora venissero applicata un IVA comune in tutti gli stati o la Fuel TAX.
Attualmente ogni stato membro applica tasse diverse, non è quindi possibile prevedere uno scenario comune qualora venissero applicate.
Secondo quanto riportato da Il Sole24Ore, lo studio di cui è entrata in possesso l’organizzazione ambientalista Transport & Environment (T&E), a metà giugno, dopo le elezioni europee, è previsto un summit dei ministri delle Finanze degli Stati membri dell’Ue.
I ministri si riuniranno per due giorni a L’Aja, in Olanda, per discutere per la prima volta in assoluto delle tasse sull’aviazione.
Ovviamente una notizia così importante hanno badato bene a non diffonderla, gli scenari che si possono verificare ad esempio per l’Italia parlano chiaro, una riduzione dei voli del 7% nel caso dell’introduzione dell’IVA al 10% e del 8% nel caso dell’introduzione della FUEL TAX, il prezzo del biglietto saliranno rispettivamente del 7% e del 8%, senza contare la perdita di posti di lavoro.
Un vero ed ennesimo passo falso per la commissione che non ha in nessun modo tenuto presente, l’impatto dei nuovi aerei che riducono anche del 25% i consumi di carburante e quindi le emissioni, dato per nulla ininfluente per valutare l’impatto sul clima del trasporto aereo, che secondo lo studio, che non tiene in considerazione questo dato, sarebbe appena del 7%.
Il rinnovamento delle flotte delle compagnie aeree, sta proseguendo a pieno ritmo, in quanto i vettori per primi, puntano ad una riduzione dei costi, il carburante pesa molto e si ripercuote sui bilanci di tutti i vettori, come abbiamo potuto vedere dalle chiusure trimestrali già diffuse.
Sempre i vettori stanno cercando compatibilmente con i costi operativi di aumentare le capacità per ogni singolo volo.
Fa sorridere e rabbrividire allo stesso tempo come da questo studio, secondo il Sole24Ore che per la UE, la perdita di concorrenza, competitività e posti di lavoro che verrebbe causata dalle maggiori tasse sarebbe comunque accettabile.
Accettabile?
Come è possibile che uno studio così importante che andrebbe ad avere una ripercussione pesante sul mercato aereo, in forte crescita, grazie alla forte concorrenza ed alla richiesta continua dei passeggeri di maggiori voli e destinazioni, non abbia tenuto presente la reale situazione dell’avanzamento tecnologico nella progettazione di nuovi velivoli, molto meno inquinanti che se incentivati da soli ridurrebbero almeno del 25% le emissioni?
E’ molto grave che ancora una volta la Commissione Europea che nel settore dei trasporti ha anche lavorato bene con il regolamento europeo sui diritti dei passeggeri, sia stata accecata da semplici cifre, senza considera fattori fondamentali.
Sono il primo che pensa che a livello Europeo sia necessario fare un po di ordine, ma non in questo modo, lasciate fare a chi di aviazione se ne intende e ha come principale scopo la riduzione dei costi ovvero la riduzione del consumo di carburante.
Sarebbe molto interessante, visto che a fine mese si vota per il nuovo parlamento europeo, sapere quali partiti hanno appoggiato o appoggeranno il proseguimento di questa politica così cieca e approssimativa.
Da questo link è possibile scaricare il testo completo dello studio della CE