Mestre M9 Passione Rosa
M9 conferma la sua vocazione di museo sempre attivo e dinamico.
Sempre nuove iniziative animano il distretto museale di Mestre, questa volta tocca al Giro D’Italia che passerà in Veneto nei prossimi giorni.
La centoduesima edizione partita nei giorni scorsi si concluderà a Verona il 2 giugno, saranno 18 gli eventi che si terranno negli spazi di M9 a Mestre dal 26 al 30 maggio.
Nelle esposizioni sono presentati materiali fotografici e audiovisivi dell’Archivio del Touring Club Italiano e del Giro d’Italia, prime pagine storiche della Gazzetta dello Sport, il trofeo del centenario del Giro d’Italia, le biciclette di Pinarello, di T°Red e di MopBike Hybrid.
Per l’occasione anche il bookshop di M9, 9MShop si tinge di rosa con libri e oggetti di design dedicati alla bicicletta in tutte le sue forme.
Le tre pedalate dal Chiostro sono tra gli eventi più importanti della rassegna (prenotazione obbligatoria: info@m9museum.it, max 25 partecipanti con bicicletta propria):
27 maggio, ore 17: Un giro con il campione italiano di Triathlon Alessandro Fabian sulla Riviera del Brenta (durata del percorso 120’)
29 maggio, ore 17: Un giro con l’atleta della Nazionale Sofia Bertizzolo verso Treviso (durata del percorso 120’)
30 maggio, ore 17: Un giro con il campione italiano di MTB Marco Bui fino al Bosco di Mestre (durata del percorso 60’).
La rassegna è realizzata in collaborazione con Giro d’Italia, Giro Rosa, Gazzetta dello Sport, Touring Club Italiano, Pinarello, Società Italiana di Storia dello Sport, UISP Sportpertutti Comitato di Venezia, 120 Grammi Laboratorio di Architettura, EuroInnovators, T°Red, Mopbike, Scavezzon, ASG bike science, 9MShop, Il Libro con gli Stivali, Ediciclo editore.
Il Veneto è una delle prime regioni italiane per numero di iscrizioni alla Federazione ciclistica nazionale e moltissime sono le associazioni che promuovono l’attività ciclistica amatoriale sul territorio.
Il passaggio del Giro d’Italia da questo territorio in questi giorni è dunque un’occasione per M9 – Museo del ‘900 per far conoscere la sua attenzione per le discipline sportive e la loro sedimentazione sociologica e storiografica.
E’ infatti uno dei pochi musei italiani che dedica specifica attenzione alla storia dello sport, come tassello fondamentale per la costruzione dell’identità italiana e per l’evoluzione dei consumi culturali e della conoscenza del Paese.
Si parla di Giro d’Italia e di ciclismo in due installazioni del museo, una, inserita all’interno di una riflessione sulla cultura italiana e dedicata ai grandi miti dello sport – realizzata in collaborazione con la Gazzetta dello Sport – e una nella sezione degli Spazi e Paesaggi – in cui il Giro è preso ad esempio di agente della nazionalizzazione, ossia di quei canali di istruzione non ufficiali che hanno però permesso agli italiani di conoscere una penisola rimasta loro, a lungo, completamente sconosciuta.
Particolare attenzione sarà dedicata al ciclismo femminile: la bicicletta ha significato per le donne nel corso del ‘900 uno strumento di libertà ed emancipazione, un’affermazione di autonomia in sfida al mondo maschile.
L’argomento si presta ad essere declinato anche come un ragionamento sulle frontiere della bioetica, della trasformazione dell’uomo in una macchina sempre più monitorata, sull’applicazione di tecnologie al corpo umano.
L’affermazione di una diffusa coscienza ecologista e la ri-conformazione delle città in virtù della mobilità green (bike sharing e piste ciclabili), la diffusione di pratiche di protezione della salute per ogni età, coadiuvate dalla nascita e dalla diffusione a prezzi medio-bassi delle ebike, la ripresa del ciclismo amatoriale apre un mondo di riflessioni legato al rapporto dell’uomo occidentale con la tutela dell’ambiente e della salute, oltre che una analisi dell’indotto economico generato dalle attività ciclistiche (agonistiche e non).