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Boeing 737 Max, spuntano nuovi problemi

Non bastava il malfunzionamento del sistema MCAS, i lunghi tempi necessari per la revisione e l’aggiornamento del software e a seguire la nuova certificazione per consentire nuovamente al B737 Max di riprendere a volare.

Una nota ufficiale di Boeing e della FAA americana, comunica che durante le fasi di test, è stato scoperto anche un altro problema, non legato al sistema MCAS, senza rivelare però di cosa si tratta.

Secondo voci vicine al caso, come si legge in un articolo del Sole24Ore, sembrerebbe essere difettoso un microprocessore ed il software utilizzato per la sua gestione, il microprocessore incriminato serve ai piloti nell’ambito di procedure di emergenza volte a sopperire a eventuali errori del meccanismo automatico di stabilizzazione e quindi del MCAS.

Boeing è già stata colpita da un danno di immagine incalcolabile e sta ricevendo numerose richieste di indennizzi da parte delle compagnie aeree che hanno in flotta i Boeing 737 Max, fermi a terra.

Il fermo di circa 500 esemplari hanno costretto i vettori ha modificare i loro piani di cessione di vecchi aeromobili, come nel caso di Norwegian ad esempio e a sopperire al fermo con l’attivazione di contratti di leasing per aeromobili sostitutivi, aumentando i costi operativi.

Inizialmente si pensava che bastasse l’aggiornamento del software  MCAS e una formazione più accurata ai piloti; ora i tempi si allungano e l’ipotesi di abilitare nuovamente al volo i B737 Max entro l’estate sembra essere ormai sfumata, di quanto si allungheranno ulteriormente i tempi, a questo punto, nessuno può prevederlo.

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