Aviation

Un vettore aereo sardo? ma perchè?

Partiamo dal presupposto che non è importante di chi sia la proprietà ma è invece fondamentale che vengano tutelati i posti di lavoro in Sardegna e i collegamenti non solo per i sardi per per tutti coloro che vogliano raggiungere l’isola.

E che anche senza bando di continuità territoriale, possa essere garantito un certo numero di collegamenti, in quanto profittevoli.

Un vettore come una qualsiasi società deve poter avere un profitto e non volare in perdita, ed un mercato soggetto a bando non è sicuramente un mercato in grado di crescere con una logica di mercato in autonomia.

Il capogruppo della Lega Salvini Sardegna in consiglio regionale, Dario Giagoni, ha presentato un’interrogazione per valutare la creazione di una compagnia sarda.

Giagoni spiega:

I collegamenti aerei in Sardegna, hanno da sempre rappresentato un grosso nodo da sciogliere, fatto talvolta di disservizi e altre di mancati introiti per l’economia isolana. Assistere alla crisi mai superata di Alitalia non può che farci provare timore per il futuro dei nostri cieli, non certamente scevro dall’attraversare nuove turbolenze. Una preoccupazione ben motivata anche dall’esperienza ventennale di una continuità territoriale che ha dimostrato i limiti di una gestione eccessivamente passiva“.

Certo se continuiamo a sovvenzionare con bandi di continuità territoriale invece di aprire il mercato e di farlo evolvere come avviene nel resto del mondo, è ovvio che il mercato sia in un certo senso “malato”.

Una rotta prima di essere profittevole per un vettore potrebbe richiedere qualche anno, ma se viene continuamente sottoposta a bando il mercato non sarà mai libero di agire per far crescere frequenze e rotte.

ad oggi, il trasporto di linea è prevalentemente gestito da vettori stranieri aventi certamente politiche di sviluppo e interessi che coincidono solo marginalmente con quelli della Sardegna“.

Una qualsiasi rotta, per una qualsiasi compagnia aerea non deve essere operata per un interesse locale o regionale, ma per un interesse commerciale, forse è il caso pensare ad un lavoro di squadra tra vettori, enti locali e imprenditori.

osservato realtà simili alla nostra, oltre che particolarmente vicine, la Corsica per inciso”, e di essere giunto alla conclusione per cui ” la possibilità di partecipare alla costituzione di un vettore regionale sardo sia una soluzione non solo vagliabile ma anche auspicabile“.

Certo basta però che non sia in perenne perdita, con un piano industriale che coincide si con gli interessi della Sardegna, ma non con le logiche del mercato aereo, è bene ricordare che il mercato è in continua evoluzione e la concorrenza è forte, diverse compagnie in questi ultimi anni, sono fallite per non aver investito e pianificato correttamente il proprio business.

Giagoni, continua la sua interrogazione con una breve panoramica della situazione della Corsica:

Nell’isola francese, dove risiedono circa 340mila abitanti, “la prima compagnia in auge è l’Air-Corsica che garantisce ben più di 800 voli settimanali durante l’alta stagione collegando tutti e quattro gli aeroporti presenti sul territorio. A tali dati si aggiunge un fattore altrettanto importante: la compagnia risulta essere di proprietà della ‘Colletivité Territoriale Corse’ per il 60,37%. Una sorta di baluardo che ci ricorda ancora una volta che: volere è potere“.

Si è dimenticato di precisare che è nata nel 1989 e che circa il 10% è in mano ad Air France, vettore che non è solo azionista, ma anche partner.

Quindi il network di Air Corsica si interconnette con quello di Air France, che non è cosa da poco.

I partner operativi sono per i vettori fondamentali per ampliare la loro offerta senza un eccessivo aumento dei costi, ampliando anche il bacino di utenza e l’appetibilità del proprio network.

Ecco quindi come è nata l’idea dell’interrogazione rivolta non solo al governatore Christian Solinas ma anche ad altri assessori, tra i quali quello ai Trasporti, Giorgio Todde, “per domandar loro di verificare la fattibilità di tale programma, riportando alla ribalta, anche, dimenticati progetti passati che auspicavano la formazione di un vettore regionale. Un piano certamente pretenzioso ma che avrebbe il beneficio di garantirci maggior serenità nei trasporti e potrebbe essere importante serbatoio sia economico che occupazionale“.

Io continuo a pensare che la politica debba rimanere fuori dalla gestione di una qualsiasi società che agisce in un mercato di concorrenza, qualora il suo scopo non sia quello di farla crescere ma solo quella di perseguire gli interessi dei propri elettori.

E’ possibile però che il socio pubblico possa perseguire interessi comuni a tutti i soggetti interessati, con un piano industriale indirizzato verso la crescita e il creare profitto.

Qualora questo avvenga allora si, ma non è importante che sia una compagnia aerea sarda con maggior azionista, il consiglio regionale della Sardegna, se la giunta regionale decide di analizzare questa possibilità, è fondamentale che venga valutata attentamente la possibilità di creare un nuovo vettore con delle reali possibilità di crescita e di ritagliarsi uno spazio nel mercato aereo non solo Italiano.

Come fa oggi, nel 2019, un nuovo vettore con un azionista pubblico, a competere con vettori con azionisti molto più forti e con esperienza? 

A questo punto mi chiedo: è corretto che un amministrazione regionale pensi a creare una compagnia aerea, o è preferibile che le risorse vengano utilizzate per garantire servizi essenziali al popolo sardo, lasciando al mercato ed a vettori come Air Italy, che per la sola base di Olbia occupa circa 500 persone, con un socio forte come Qatar Airways, o altre compagnie come anche easyJet che sta puntando molto su Olbia, senza alcun incentivo pubblico, di lavorare, seppur a stretto contatto con il gestore aeroportuale e gli enti locali, per rendere profittevoli queste tratte?

Lascio a voli la risposta, a me sembra più che ovvia.

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