La difesa del Gruppo Toto
Il Gruppo Toto ha scritto al messaggero una lunga nota dove cerca di chiarire alcuni aspetti oscuri che hanno minato la credibilità del gruppo e della famiglia Toto, in particolare per l’operazione Air One e uno dei primi salvataggi di Alitalia.
E’ Pasquale Galante Direttore Affari Istituzionali, Comunicazione e Marketing Toto Holding a scrivere al direttore del giornale.
Galante inizia con ricordare che il Gruppo Toto con Air One, è stato il primo vettore a far concorrenza ad Alitalia, oggi il gruppo, con oltre 500 milioni di euro di ricavi e 1.300 dipendenti, attivo nelle energie rinnovabili con profitto in Italia e soprattutto negli Stati Uniti, nelle opere pubbliche, nelle concessioni autostradali (con la Strada dei Parchi) e nelle manutenzioni di impianti. è finanziariamente sano.
“Eppure, quando il gruppo Toto viene citato nell’ambio della vicenda Alitalia, sovente lo si accosta a informazioni non corrette e ad alcune strane leggende che vale la pena di chiarire.” continua Galante.
E’ da qui che Galante cerca di chiarire i tre punti più discussi della storia del gruppo Toto, il suo ingresso in Alitalia con la fusione con Air One, il rapporto con Airbus come prova per la sua affidabilità, i presunti debiti con Anas e la storia della compagnia Livingston, di cui vi avevo già accennato qualche settimana fa.
“La prima strana leggenda riguarda proprio i risultati della sua trascorsa esperienza nel trasporto aereo.
Nel 2005 AirOne aveva festeggiato dieci anni di operatività, con 16 milioni di euro di utili, frutto di piani industriali importanti e di una gestione ponderata e attenta. Utili che sono stati registrati anche nei due esercizi successivi, con indici di crescita a due cifre per rotte e fatturato.
Nel 2008, il gruppo aveva messo insieme primari partner finanziari internazionali con l’obiettivo di acquistare Alitalia. Il piano prevedeva un percorso di espansione e crescita, la cui parte industriale doveva essere interpretata dal Gruppo Toto.
Ma per scelte politiche e manageriali discutibili i cui effetti sono oggi sotto gli occhi di tutti, nel nuovo Cda di Alitalia Cai fu riservato al Gruppo Toto un posto di mero spettatore e non quel ruolo attivo che la sua esperienza gli avrebbe consentito di esercitare.
Per questo si decise di uscire dal capitale. Al momento della vendita, AirOne, aveva 3.000 dipendenti, un fatturato di 750 milioni di euro, debiti per euro 600 milioni (500 dei quali per l’acquisto di una flotta con un valore di mercato doppio a quello in carico nelle passività).
Senza l’apporto della nuova flotta AirOne con opzioni di acquisto di altri 90 aerei, la nuova Alitalia-Cai non avrebbe potuto disporre di aerei adeguati. Il valore degli aerei acquistati e opzionati era pari a 12,8 miliardi di dollari (8,3 per il lungo raggio e 4,5 per il corto raggio). Da qui nasce, retoricamente, una domanda: se AirOne non avesse offerto le giuste garanzie in termini economici e di affidabilità, avrebbe mai avuto la possibilità di firmare un contratto così alto con un colosso come Airbus? La risposta è ovviamente no.
La seconda leggenda riguarda i presunti debiti con Anas, (Gruppo FS), in relazione alla concessione delle autostrade A24 e A25 che il Gruppo Toto si aggiudicò nel 2003 dopo aver vinto per la maggiore offerta (750 milioni di euro) un bando europeo. […]
La terza strana leggenda è quella legata alla New Livingston, società di charter esterna al Gruppo Toto, gestita per due anni, fino al 2014, quando la crisi del settore portò al mancato incasso di crediti per oltre 15 milioni di euro.
Quando fu chiusa e omologata la procedura di Concordato, la società aveva un passivo di 34 milioni di euro di cui oltre la metà pagato con finanza esterna. 34 (sic!) e non le cifre infinitamente più alte riportate dai media. Basta leggere il piano depositato dal commissario e sottoscritto dai creditori per verificare.
Da parte nostra, per l’affidabilità ci è riconosciuta in tutto il mondo, in primis negli Usa (ricordo, la nostra recente e importante valorizzazione nel settore energetico), è evidente che, se il Gruppo Toto ha deciso di impegnarsi in questo percorso di verifica, ha l’esperienza imprenditoriale e risorse economiche adeguate per confrontarsi con altrettanto validi partners con professionalità, competenza e serietà. Per l’Alitalia, per chi vi lavora, e per il Paese.”
Pasquale Galante
Direttore Affari Istituzionali,
Comunicazione e Marketing Toto Holding
per il testo completo della lettera, il Messaggero