Cathay Pacific

Cathay Pacific, CEO e CEE si dimettono

Le proteste che da diverse settimane stanno bloccando la città di Hong Kong e la scorsa settimana hanno costretto l’autorità aeroportuale a sospendere tutti i voli per due giorni consecutivi, ha avuto delle conseguenze nel board di Cathay Pacific, la compagnia di bandiera dell’ex colonia britannica.

Rupert Hogg, CEO di Cathay Pacific Airways e Paul Loo CCO si sono dimessi.

In un primo momento, il vettore tramite alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa, aveva appoggiato i manifestanti e i propri dipendenti, molti di loro hanno partecipato alle agitazioni, fino a quando in seguito ad un preciso ordine del governo cinese e della holding a capo di Cathay, furono costretti a consegnare i nomi di tutti i dipendenti che avevano aderito.

Il disaccordo che si è venuto quindi a creare a costretto i due manager alle dimissioni.

Il nuovo CEO sarà Augustus Tang Kin-wing, secondo il South China Morning Post.

Considerata da molti “bizzarra” la dichiarazione di Cathay in seguito alla nomina del nuovo CEO.

Curiosamente, la notizia delle dimissioni di Hogg è stata annunciata per la prima volta dalla CCTV dei media statali cinesi e non dai media di Hong Kong.

Una dichiarazione del presidente di Cathay Pacific è stata pubblicata su un altro media gestito dalla Cina, CGTN, che faceva riferimento alla politica di Hong Kong senza alcun riferimento alle dimissioni dei due manager, la dichiarazione è di John Slosar, presidente di Cathay Pacific.:

“Cathay Pacific supporta pienamente l’implementazione di Hong Kong del principio” Un paese, due sistemi “e abbiamo piena fiducia nel brillante futuro di Hong Kong”

Il principio “un paese, due sistemi” si riferisce alla riconsegna alla Cina di Hong Kong, colonia britannica fino al 1997.

Ma sempre più i cittadini di Hong Kong sentono che la Cina sta esercitando troppa influenza nella regione semi-autonoma, specialmente dopo la tanto criticata legge di estradizione.

Le manifestazioni

Intanto le  manifestazioni a Hong Kong non mostrano alcun segno di cedimento, Pechino sta accumulando truppe a Shenzhen, appena oltre il confine con Hong Kong, un segnale minaccioso che però il governo Cinese e il governatore di Hong Kong hanno tenuto a sottolineare “solo in via precauzionale e non ci sarà una seconda piazza Tienammen”.

I governi di tutto il mondo in primis quello USA e Britannico, hanno messo in guardia il governo cinese a non intraprendere alcuna azione militare.

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