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B737 Max Lion Air, terminata l’indagine

Il verbale dell’indagine sul primo B737 MAX caduto in Indonesia di Lion Air, non lascia alcun dubbio.

Non solo Il software del MCAS che ha preso il controllo dell’aereo, senza permettere ai piloti di contrastarlo e bypassarlo, ma da un indagine più approfondita in merito alla manutenzione dell’aereo PK-LQP di Lion Air precipitato ormai un anno fa, si scopre che un sensore difettoso era stato istallato proprio il giorno prima.

 Il sensore “difettoso”

Come riporta il Corriere della Sera, una delle cause dello schianto è il sensore «P/N0861FL1, S/N 14488» che trasmette al computer di bordo i dati su altitudine e velocità, per contrastare un possibile stallo.

Il sensore era stato smontato nel 2017 da un altro modello di Boeing, un NG B737-900ER della compagnia Low-cost Malese Malindo Air, per essere mandato in Florida per un esame del problema e la riparazione.

La società Xtra Aerospace dopo una prima analisi negativa del sensore, ha riscontrato punti di corrosione in grado di compromettere la correttezza dei dati rilevati, e ha proceduto alla riparazione del sensore, reinviando lo stesso in Malesia a Malindo Air che a sua volta, il 22 dicembre lo porta a Batam City in Indonesia, dove si trova il centro di manutenzione di Lion Air.

Il 28 ottobre 2018 il sensore viene installato nel Boeing 737 Max 8 di Lion Air matricola PK-LQP, dai verbali di manutenzione, non si riscontrano anomalie in questa fase.

Il giorno dopo il Max parte per Giacarta con il volo JT43, pochi minuti dopo il decollo i due piloti iniziano a ricevere dati anomali ed il muso del Max punta con un angolazione errata, i piloti si rendono subito conto che è il computer di bordo a inviare dei comandi errati, solo grazie all’intervento di un terzo pilota non in servizio il Boeing continua il suo volo per poi arrivare a destinazione.

Il problema è stato segnalato dai piloti ai tecnici della compagnia, che dopo aver ispezionato l’aeromobile decisero che il Max poteva continuare a volare, non avendo riscontrato anomalie.

Alle 6.20 del mattino del 29 ottobre 2018 il Boeing 737 Max decolla da Giacarta con 189 persone a bordo, verso l’aeroporto di Pangkal Pinang, dove però non ci arriverà mai.

Scatole nere

L’analisi della scatola nera contenente i dati di volo, non mostra solo i problemi dell’indicatore di velocità, ma per la prima volta fa emergere ufficialmente che il software impedisce al pilota di contrastarlo, riprendendo il controllo dell’aereo.

Che il problema fosse proprio il MCAS fu già chiaro subito dopo l’incidente, diversi piloti avevano infatti confermato di aver riscontrato problemi in volo e lamentavano anche una scarsa formazione, i piloti non erano in grado di bypassare il MCAS in caso di anomalie.

Il malfunzionamento del sensore è evidente nel tracciato, mentre il sensore destro funzionava regolarmente, quello sinistro no e il MCAS non era in grado di rilevare un anomalia dei dati provenienti dai sensori, anche questo era noto, infatti una delle prime modifiche apportare al software è stata proprio l’introduzione di un algoritmo in grado di rilevare un anomalia dei dati provenienti dai sensori ed avvisare subito il pilota.

Il rapporto: le cause dell’incidente

Nelle 322 pagine del rapporto si leggono le diverse cause che hanno provocato la tragedia, non solo il sensore “guasto” ma anche la mancanza di un adeguata formazione ai piloti, in quanto Boeing non aveva previsto correttamente l’eventualità di bypassare il MCAS da parte dei piloti, che quindi si son trovati a non poter contrastare il sistema automatico anti-stallo.

Non solo, anche la carenza nell’algoritmo del MCAS che non prevedeva un controllo incrociato dei dati provenienti dai sensori, così da essere in grado di leggere eventuali anomalie dei sensori.

Altri errori come l’errata calibrazione a terra del sensore difettoso, la mancanza di documenti sui precedenti problemi dell’aereo

A conferma del problema al sensore e di una non adeguata operatività di Xtra Aerospace, l’ordine di chiusura da parte della FAA il giorno stesso della presentazione del rapporto finale, con l’accusa di “non aver rispettato i requisiti“.

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