Alitalia, nominato il super commissario
Aperta ufficialmente la strada per la riorganizzazione del vettore per prepararla alla vendita, non c’è più tempo, dopo 15 anni di tentativi falliti, il governo anche se non ufficialmente ha deciso di “accettare il consiglio di Lufthansa”.
Giuseppe Leogrande, nuovo super commissario, ha un mandato chiaro, riorganizzare, efficentare e preparare il vettore alla separazione delle attività di volo, a quelle di terra e alla manutenzione.
Patuanelli, ministro per lo sviluppo economico: “Voglio ringraziare i tre commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari per il lavoro svolto in una situazione di criticità e per la sensibilità istituzionale dimostrata in questi mesi nella gestione di un dossier complesso, che purtroppo, non ha portato ad una soluzione di mercato definitiva per la compagnia. Un ringraziamento va anche al nuovo commissario Giuseppe Leogrande per aver accettato l’incarico. Assieme a lui lo Stato dovrà agire per permettere il rilancio definitivo di Alitalia“.
“Assieme a lui lo Stato dovrà agire per permettere il rilancio definitivo di Alitalia“, in che modo ?
Nella lettera inviata ai sindacati si legge: “sviluppare anche mediante il regime di integrazione salariale del personale di terra, il processo di profonda trasformazione e razionalizzazione della struttura organizzativa nonché della responsabilità in un’ottica di semplificazione dei processi con un conseguente efficientamento del costo del lavoro”.
Necessario poi “riconsiderare l’organico del personale navigante in coerenza con le azioni poste in essere dalla gestione commissariale nell’ambito delle esigenze derivanti dalla stagionalità e dal network”.
E’ chiara la strada che almeno sulla carta e secondo le dichiarazioni rilasciate, ha intrapreso il governo e per suo conto lo farà anche il nuovo super commissario, toccare forse per la prima volta e in modo definitivo senza scuse il nodo più critico della questione Alitalia, quale ?
Una sua riorganizzazione completa per renderla competitiva e in linea con l’aviazione di oggi, non quella di 10 anni fa.
Purtroppo per paura delle ripercussioni che potevano avere decisioni anche difficili come licenziamenti e “spezzatino” i governi passati non hanno mai toccato certi argomenti o se lo hanno fatto, sempre con parole diverse o con annunci che poi non hanno portato ad alcun risultato.
In un articolo delle scorse settimane, ho fatto un po i “conti della serva” ovvero analizzando i competitor di oggi di Alitalia, verificare in che modo oggi Alitalia affronta il mercato e se questo la penalizza in termini di competitività.
Qui non si parla se un dipendente Alitalia costi più o meno di un dipendente di un altra compagnia, in quanto è ormai noto che il problema non è la busta paga, ma il numero.
Ho ricevuto alcune osservazioni che ritengo utile analizzare a fondo, che danno l’idea di quanto sia erroneamente considerato ed analizzato il vero problema di Alitalia.
La prima osservazione è stata, “Alitalia non è una low-cost” certo non è u LCC, ma da passeggero notiamo qualche differenza? mezzo bicchiere di Coca Cola compreso nella tariffa base di Alitalia e dei prezzi almeno di 20 euro in più.
La domanda che vi pongo è, Alitalia può ancora permettersi di considersi una compagnia aerea al pari di Lufthansa o Air France ad esempio… o deve metter da parte la “scusa” del lustro del marchio, fronteggiando direttamente i vettori, che in questi anni di pessima gestione hanno eroso sue fette di mercato?
La risposta è “Alitalia è un vettore e come tale deve poter essere messa in grado di essere competitiva, anche con i LCC come easyJet ad esempio“.
Il mercato di oggi dell’aviazione è completamente diverso rispetto a solo 10 anni fa, Alitalia non si è mai adeguata, oggi anche il passeggero business viaggia low cost per il medio e corto raggio e quindi anche le compagnie low cost come easyJet puntano alla clientela business, nel caso del vettore britannico, pari al 18% del totale dei passeggeri.
Al momento è stata rinnovata la cassa integrazione straordinaria per 1.180 dipendenti con una nuova scadenza fissata al 23 marzo 2020. Nel dettaglio, emerge da fonti sindacali, si tratta di 80 comandanti, 350 assistenti di volo e 750 addetti del personale di terra.
Qui viene subito al pettine un problema, il personale di terra, 750 sono in cassa integrazione, moltissimi altri sono operativi, Alitalia può permettersi ancora di avere del proprio personale di terra?
Quale il vantaggio di avere un proprio personale di terra e in che modo il servizio al passeggero cambia? può questo considerarsi un valore aggiunto che può giustificare la scelta di Alitalia rispetto ad un altro vettore oppure è un costo che si può tranquillamente eliminare?
Provate a pensare in che modo acquistate un biglietto e quali sono le motivazioni per cui acquistate un biglietto con una compagnia piuttosto che con un altra.
E la risposta al motivo per cui Alitalia deve essere profondamente riorganizzata e gli esuberi ci sono davvero è in questa vostra azione, non serve ricamarci sopra per rendere il messaggio più soft, perchè la situazione deve essere chiaramente evidenziata senza paura di perdere voti.
L’Italia non può permettersi di sostenere economicamente una società che non funziona, senza alcun beneficio e Alitalia si merita di continuare a volare più forte e competitiva, salvaguardando il maggior numero di posti di lavoro.
Rinnovo comunque la mia vicinanza a tutti i dipendenti di Alitalia come ai mie ex colleghi Auchan, anche qui stiamo parlando di migliaia di persone che hanno gli stessi diritti dei dipendenti di Alitali ed anche qui non ho paura ad ammettere che gli esuberi ci sono tutti, anche qui per colpa di un modello di business ormai superato, anche qui una realtà in cui la capogruppo non è stata in grado di cambiare se stessa per seguire le evoluzioni del mercato.