IAG

IAG 39,5% azioni in mano a soggetti UE

Il gruppo IAG ha provato che il 39,5% delle azioni è in mano a soggetti UE, quindi viene rimosso il blocco previsto dallo statuto del gruppo.

Secondo il regolamento europeo, un vettore non UE ovvero con la maggioranza delle azioni in portafogli non UE, non può operare voli point-to-point all’interno dello spazio aereo europeo, IAG quindi al momento non verrà penalizzata dopo la Brexit.

Il blocco era stato attivato l’11 febbraio 2019, quando la proprietà delle azioni emesse da IAG da parte di soggetti non appartenenti all’UE aveva raggiunto il 47,5 per cento.

Il Consiglio di IAG decise in quel momento, a causa del livello di possesso delle azioni da parte di soggetti non appartenenti all’Unione Europea, che era necessario specificare un numero aggregato massimo di Azioni non UE rilevanti ai sensi dell’articolo 11.8 (b) dello statuto dello IAG (“Massimo consentito “).

Il 17 gennaio 2020, il registro delle azioni di IAG mostra che la proprietà delle azioni emesse da IAG da parte di soggetti non appartenenti all’UE è del 39,5 per cento.

Il comunicato di IAG continua:

Di conseguenza, il massimo consentito viene rimosso con effetto immediato. Eventuali comunicazioni in sospeso relative alle azioni interessate sono considerate ritirate e non avranno ulteriori effetti.

Il consiglio di amministrazione dello IAG continuerà a monitorare il livello di pertinenza delle persone non appartenenti all’UE. Ai sensi dell’articolo 11 dello statuto della IAG, il Consiglio è autorizzato a reimporre il massimo consentito in qualsiasi momento, se necessario.

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