Prestito Alitalia: indagine dell’Unione Europea
Era prevedibile, non solo i cittadini italiani sono stufi del continuo spreco di fondi pubblici per mantenere in vita un carrozzone chiamato Alitalia.
Due pesi e due misure per i vettori aerei italiani, Alitalia ha sempre avuto una condizione più favorevole ed il risultato è l’ennesima indagine, per l’ennesimo finanziamento.
Venerdì è stato reso noto la che l’Unione europea sta indagando sull’ultimo prestito ponte di 400 milioni di euro che violerebbe le norme relative agli aiuti di Stato.
Secondo Skift, la Commissione europea (CE) ha dichiarato in una dichiarazione che la sua indagine cercherà di scoprire “il prestito concesso ad Alitalia costituisce un aiuto di Stato e se è conforme alle norme sugli aiuti di Stato alle imprese in difficoltà“.
Il Financial Times riporta ulteriori dichiarazioni della CE:”L’indagine fornirà chiarezza all’Italia e alla società nonché agli acquirenti interessati … Il ruolo della Commissione ai sensi del trattato UE è di garantire condizioni di parità nel mercato unico dell’UE a vantaggio dei consumatori e delle imprese europee“,
Il ruolo della Commissione è garantire condizioni di parità, quello che lo stato italiano con i continui prestiti ponte ad Alitalia non ha garantito.
Non è l’unica indagine in corso, è ancora sotto indagine un altro prestito di 900 milioni di euro del 2017.
La difesa del governo italiano per voce del ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli: “Non stiamo fornendo aiuti [statali] alla [compagnia aerea Alitalia], ma per la gestione di un processo di vendita che purtroppo ha richiesto molto tempo“.
E’ bene ricordare che l’aiuto può assumere varie forme, tra cui sovvenzioni in contanti dirette o aiuti indiretti come tassi di prestito preferenziali o crediti d’imposta, nel caso in cui il Regno Unito fosse ancora nell’UE non avrebbe potuto ad esempio aiutare FlyBe come ha fatto il governo guidato dal primo ministro Johnson, Flybe è stata autorizzata a differire il pagamento delle Air Passenger Duty (APD), al fine di garantire la sua liquidità come compagnia aerea.
E’ indubbio però che nonostante gli aiuti, Alitalia non sia mai riuscita a competere in questi ultimi anni con altri vettori e quindi nonostante le iniezioni di milioni di euro, dopo 15 anni Alitalia è ancora un vettore che secondo le normali regole di mercato sarebbe già fallita ed invece viene mantenuta in vita in stato comatoso.
Difficile quindi che gli aiuti possano essere considerati come causa di una distorsione del mercato, che non può esserci stata se non ad esempio per la continuità territoriale con la Sardegna, ma semmai come uno spreco di denaro pubblico.