Il primo morto in Spagna di Coronavirus il 13…
È morto con una polmonite il 13 febbraio scorso, all’ospedale Arnau de Vilanova, a Valencia. Più di due settimane dopo, è diventata la prima vittima spagnola da coronavirus.
Il 69 enne morto a Valencia era stato in Italia e prima in Asia, più precisamente in Nepal, la conferma della presenza del coronavirus è arrivata postmortem, la sanità spagnola, non effettuava quel tipo di test prima della fine di febbraio.
Il Ministero della Salute spagnola, ha infatti deciso di modificare solo alla fine di febbraio i criteri che definiscono i casi sospetti di infezione da coronavirus.
Da quel momento in poi, non solo si presterebbe particolare attenzione a coloro che avevano attraversato aree considerate “focolai di infezione” o che avevano avuto contatti con pazienti o portatori del virus, ma anche tutti i casi di persone uccise da infezioni respiratorie acute di origine incerta con sintomi di polmonite, difficoltà respiratoria acuta, shock settico o insufficienza multiorgano devono essere rivisti.
Un caso quindi chiuso come polmonite, in realtà era stato causato ( anche se non era la principale causa della morte) da Coronavirus.
Quanti casi come questo nel mondo, in Europa e negli Stati Uniti sono stati classificati in questo modo, senza svolgere ulteriori indagini per verificare la positività del coronavirus?
E’ l’Italia il vero untore o come più volte viene ipotizato, siamo stati gli unici ad applicare un protocollo così restrittivo, forse troppo, ma veritiero ?
Il virus era già presente a Valencia, ancor prima che 2500 tifosi del Valencia CF hanno viaggiato verso Milano per una partita di Champions League contro l’Atalanta il 23 febbraio.
Non sono un virologo, non sono un epidemiologo, ma ho pensato fosse corretto, riportare i fatti ponendomi qualche domanda, anche a voi non torna qualcosa ?