Norwegian

Norwegian come Alitalia ma non è Alitalia!

Sarebbe imminente, la decisione del governo norvegese di nazionalizzare Norwegian, per salvarla da una bancarotta quasi certa, vista l’esposizione finanziaria della compagnia, che con l’epidemia di coronavirus, difficilmente riuscirà a resistere, senza considerevoli aiuti di stato.

Ma Norwegian non è Alitalia, Norwegian è una compagnia già in gran parte ristrutturata, che in questo ultimo anno ha subito importanti riorganizzazioni interne per ridurre i costi ed aumentare la reddittività, con ottimi risultati.

Nel caso di Norwegian vi sono quindi giustificati motivi e i requisiti necessari per un investimento dell’azionista pubblico, che in questo modo salva una realtà in via di consolidamento, ora interrotto per motivi non legati a scelte aziendali errate, che quindi deve giustamente essere salvaguardata.

Norwegian è un vettore importante per la Norvegia e non solo, anche a livello europeo, il suo nuovo modello di business potrebbe risultare ancora più vincente quando riprenderemo a volare ed altre compagnie anche più grandi, si ritroveranno in forte difficoltà, nell’adeguarsi alle nuove condizioni del mercato, che non riprederà subito le normali attività e qualcosa nei cieli cambierà sicuramente.

Quindi la nazionalizzazione in se non è da escludere a priori, ma da valutare caso per caso, sicuramente quella di Alitalia sarebbe solo un ennesimo accanimento terapeutico per mantenere in vita un entità che a differenza di Norwegian, non rispetta alcun requisito logico, commerciale e finanziario per giustificare questa scelta.

La nazionalizzazione di Alitalia ha il solo scopo di posticipare un “agonia” che potrà essere risolta solo con la creazione di una nuova compagnia aerea completamente diversa da quella attuale che rispecchierà quelle che saranno le nuove logiche di mercato, un modello di business sostenibile, capace di competere con gli altri vettori, ciò che questa Alitalia oggi e ancor più domani non potrà fare.

Inoltre oggi tutte le compagnie nel mondo, sono ferme, quasi tutti gli aerei sono a terra, nessuna è esclusa da questa crisi, chi ha liquidità potrà resistere 3 mesi, 4 mesi, dipende, chi non ha liquidità non potrà resisterne neanche uno.

Per Alitalia, ha più senso una nazionalizzazzione o la cassa integrazione per tutti come richiesto da altri vettori come easyJet ( 80% del personale ) e una modifica del calcolo dell’indennità per dare a tutti la possibilità di ottenere un assegno equo non allo stipendio percepito fino ad oggi, ma in grado di assicurare a tutti la possibilità di vivere, anche in base al carico familiare ?

Un dipendente del settore del commercio, vive in media con 1.290 euro al mese, un assistente di volo, da oggi a casa, o un pilota che non volerà per i prossimi mesi, possono vivere con 1.200-1.500 euro al mese ( di più se con familiari a carico ed unica fonte di reddito nel nucleo familiare).

In questo modo si garantirebbe a tutti di poter usufruire dello strumento della CIGS con un notevole risparmio per le casse dello stato, in una situazione di emergenza come questa, che deve garantire a tutti un sostentamento, adeguato non alla retribuzione percepita fino ad oggi, ma in grado di dare come lo dice la parola stessa “sostentamento”, in un ottica “nazionalista”, in cui tutti noi dobbiamo essere uniti, lottare affinchè il nostro paese ne esca con un nuovo spirito di collaborazione, non più assistenzialista, senza alcun piano vincente per il futuro di Alitalia e dell’Italia.

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