easyJet pronti a partecipare alla ripartenza del’Italia
Lorenzo Lagorio, country manager per l’Italia di easyJet, in un intervista al Giornale ha illustrato il piano per la ripartenza del settore in Italia.
“oggi abbiamo la solidità di guardare ai prossimi mesi sapendo che qualunque cosa accada siamo in grado di affrontare una ripresa che sarà inevitabilmente lenta e graduale” commenta Lorenzo.
Al momento tutti i 35 aerei basati normalmente nelle tre basi italiane di easyJet: Malpensa, Venezia e Napoli, sono a Malpensa, in questo modo il vettore può effettuare tutte le procedure di manutenzione e controlli previsti per assicurare la possibilità che tutti gli aeromobili possano tornare in voli in pochi giorni.
Lorenzo Lagorio, ha nuovamente posto la questione sulla centralità del trasporto aereo In Italia “L’economia italiana ha bisogno del trasporto aereo per tornare a crescere velocemente, è una leva per tutti settori, ma perché la ripartenza sia veloce e non si perdano posizioni rispetto ad altri Paesi è decisivo che siano presi provvedimenti in grado di supportare il settore e la sua filiera per mantenerne la capacità e la competitività quando si tornerà alla piena normalità. Dobbiamo arrivarci tutti nelle migliori condizioni possibili“.
Anche lui infatti suggeriva come sarebbe indicato, almeno in questa fase, eliminare temporaneamente la tassa d’imbarco, un costo secondo Lagorio “che in questa fase rende più difficile tornare a volare”.
Sicuramente è necessario fornire ai vettori uno strumento che possa garantire di operare non in perdita, considerato che nella fase 1 della ripartenza del settore, la fase 2 per l’Italia, si dovrà mantenere anche a bordo il distanziamento sociale, che si traduce in 1/3 della capacità in meno per ogni aeromobile.
Con queste garanzie il settore potrà rimettersi in moto, rimettendo in moto il “sistema Italia”, quando si parla di settore aereo, intendiamo quindi non solo il personale delle compagnie aeree, con base in Italia, attualmente in CIGS, ma anche tutti gli addetti aeroportuali e dell’indotto.
C’è quindi da considerare come da una parte vi sarebbe una “mancata entrata” dalle tasse di imbarco, ma una diminuzione delle uscite per le attuali Casse integrazione, del personale del settore aereo che riprenderebbe servizio.
Per questo aggiunge Lorenzo nell’intervista al Giornale: “è necessario che il governo tenga conto di chi opera ed ha – anche se vola in Italia con licenza straniera – radici industriali forti perché fa parte del sistema Paese dove ha investito e intende continuare a investire contribuendo alla sua crescita […] EasyJet è un vettore pienamente integrato nel sistema del trasporto aereo italiano, uno dei principali attori con oltre 21 milioni di passeggeri all’anno e il maggior numero di turisti trasportati, 35 aerei basati, più di 1500 dipendenti e un indotto rilevante. Ci sono aeroporti che hanno assolutamente bisogno di noi per ripartire e siamo pronti a fare la nostra parte.”