Lufthansa

Il gruppo Lufthansa ad un passo dallo sgretolarsi?

Una pesante perdita per Lufthansa nel primo trimestre 2020, 1,2 miliardi di euro, ogni ora il vettore tedesco perde 1 milione di euro, il che significa che le sue riserve di contanti di 4 miliardi sono insufficienti per superare la crisi.

Lufthansa per sopravvivere ha urgentemente bisogno di 10 miliardi di euro di aiuti.

Mentre la Germania, è disponibile a partecipare al salvataggio con due modalità:

L’iniezione di fondi propri del nuovo fondo tedesco di stabilizzazione economica (FSE), potrebbe arrivare fino a 4 miliardi di euro, inizialmente presentarsi come una forma di voto senza voto denominata “partecipazione silenziosa”, in un secondo momento il finanziamento del FSE potrebbe essere convertito, in parte o nella sua totalità in azioni di LH.

Altri 5 miliardi di euro dalla banca di stato tedesca KfW, sotto forma di prestiti garantiti per l’80%.

Lufthansa sta anche cercando aiuti dai governi delle sue controllate in Svizzera, Austria e Belgio, ma seppur tutti e tre gli stati siano disposti a salvare le loro compagnie aeree, non sono disposti a salvare Lufthansa.

Qui la situazione si complica, intanto vogliono mettere sul tavolo delle condizioni, tra cui valorizzare i loro tre vettori di riferimento ed i loro HUB, LH ha si salvato Austrian, SWISS, Brussels airlines, ma hanno sempre avuto nel gruppo un ruolo che sembrava centrale ma in realtà sono sempre state delle compagnie satellite, Austrian ad esempio ha poco meno di 90 aerei, alcuni dei quali molto datati.

Austrian Airlines, il governo austriaco pone precise condizioni e al suo interno anche una questione di eco-sostenibilità

In Austria poi c’è una questione che se da noi potrebbe sembrare non importante, per gli austriaci lo è, l’eco-sostenibilità.

SWISS, il piano di Lufthansa prevede di ritardare l’arrivo dei nuovi aerei ordinati, per il rinnovamento della flotta e l’uscita anticipata di quelli più vecchi, alla Svizzera una SWISS più piccola e meno forte, giustamente non va bene.

Gli Svizzeri poi vorrebbero cogliere l’occasione di riportare a casa la loro compagnia di bandiera ed anche i belgi non hanno mai escluso la nazionalizzazione.

La situazione quindi non è così semplice per Lufthansa che uscirà da questa crisi con una flotta ridimensionata, più piccola e sicuramente con un numero di esuberi importante, visto il numero di dipendenti del vettore che in questi anni.

Lasciatemi una piccola critica, ha osato troppo di presunzione, non volendo accettare per il mercato aereo stava cambiando e Lufthansa non è cambiata. un eccellenza del panorama dell’aviazione, su questo è impossibile farle alcun tipo di critic.

Ma l’ha resa debole, troppi gli investimenti in frivolezze, che non hanno aumentato la profitevolezza della compagnia, ma invece hanno ridotto la liquidità, certo nessuno si immaginava lo scenario in cui tutti noi stiamo vivendo ora, ma Lufthansa doveva con un minimo di umiltà capire che era arrivato il momento di passare alla Lufthansa 2.0, con dolorose scelte.

Il progetto low cost di Lufthansa: Eurowings

Il progetto low cost, con Eurowings non è mai decollato, ma è palese che Eurowings non è una low cost, come ormai è chiaro a tutti che ogni vettore ha un suo modello di business e non può più essere semplicemente etichettata come un LCC o una legacy, ma deve essere attentamente studiato il singolo modello, quello di LH per Eurowings, non è mai stato concorrenziale con i suoi competitor.

La strada per Lufthansa sembra quindi tutta in salita, ed in uno scenario completamente nuovo possiamo aspettarci anche grosse sorprese, ma uno disgregamento del sistema potrebbe non essere così semplice da gestire, quindi dovranno essere valutati attentamente gli scenari possibili.

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