British Airways Airbus A380 British Airways

Perchè 12.000 esuberi in British Airways?

Con i sindacati sul piede di “guerra”, British Airways sta preparando una riorganizzazione epocale per una delle più antiche compagnie aeree al mondo.

Molti si sono chiesti infatti se fossero giustificati i 12.000 esuberi, potenzialmente anticipati da IAG per British Airways.

12.000 è il numero massimo del personale che potrà essere licenziato in seguito ad una riorganizzazione necessaria per British Airways.

Probabilmente, anzi sicuramente già programmata da tempo, ma ora vuoi un po per il momento “giusto”, ma soprattutto per questa crisi che sta colpendo pesantemente British Airways come tutte le altre compagnie aeree mondiali, non può essere rimandata.

Il piano prevede infatti che gran parte di questi esuberi, sia il risultato della riorganizzazione del personale di bordo.

Attualmente British Airways, ha parte del personale con contratto vecchi e molto onerosi e parte con contratto nuovi o rinegoziati.

E’ chiaro che in un mercato come quello di oggi, una compagnia “vintage” con un organizzazione del personale che pesa sui costi, perde competitività, è necessario ridurre i costi ed aumentare la flessibilità e l’efficienza dell’organizzazione del personale.

E’ altrettanto chiaro che in questa operazione dovranno essere tutelati il più possibile i dipendenti, anche garantendo un futuro all’azienda, che deve sostenersi da se, non con l’aiuto del governo, se non in casi eccezionali, come questo.

Ma seppur si possa superare questa crisi con un importante intervento di iniezione di liquidità da parte dello stato, domani?

Attualmente il personale di volo di British Airways è suddiviso in tre “flotte” tre gruppi:

World Wide: il personale di volo (piloti e assistenti di volo) che fanno parte di questo gruppo operano solo voli a lungo raggio e la maggio parte sono dipendenti con un anzianità lavorativa importante e contratti molto vecchi e onerosi.

Euro Fleet: come nel caso della WW ma operano solo voli a medio e corto raggio.

Mix fleet: MIX per l’appunto, operano sia sul corto che sul medio che sul lungo, ma hanno contratti nuovi o rinegoziati.

British Airways, mamma quanto sei complicata!” 3 contratti a LHR, un altro contratto a LGW, situazione complicata da gestire.

Apprrofindimento:British Airways, mamma quanto sei complicata!” 3 contratti a LHR, un altro contratto a LGW, situazione complicata da gestire.

L’obbiettivo del piano di Alex Cruz è quindi mantenere un unico gruppo, ovvero la Mix Fleet, gli esuberi ovviamente sarebbe composti dal personale più anziano, molti vicini alla pensione che potrebbe essere indotto con scivoli per il pensionamento.

Purtroppo come ben abbiamo potuto constatare in questa crisi, il Regno Unito non ha strumenti di tutela del lavoro, così avanzati come altri paesi, compresa l’Italia e non è facile gestire gli esuberi con ammortizzatori sociali che nei fatti non esistono.

“Come precedentemente annunciato, British Airways si è avvalsa del piano di retribuzione del lavoro Covid-19 nel Regno Unito e ha dato lavoro a 22.626 dipendenti ad aprile.” commenta in una nota BA.

I sindacati ovviamente contrati, hanno promesso di combattere questi piani, arrabbiati per la “decisione senza cuoreed hanno aggiunto, che la mossa è “completamente in contrasto” con il corso d’azione seguito da altri vettori europei (come vi ho spiegato prima BA non ha chiesto al momento un aiuto al governo inglese).

“Diciamo al capo della BA Alex Cruz che questa è una decisione senza cuore in un momento di crisi nazionale. Rifiutare il sostegno del governo ma poi aspettarsi che il proprio personale paghi il costo di un simile errore di valutazione è irresponsabile, pericoloso e distruttivo ed è assolutamente in contrasto con l’umore del paese in un momento di crisi” hanno detto.

In una lettera allo staff, l’amministratore delegato di British Airways Alex Cruz ha scritto: “Nelle ultime settimane, le prospettive per l’industria aeronautica sono peggiorate ulteriormente e ora dobbiamo agire. Siamo un’azienda forte e ben gestita che ha affrontato e superato molte crisi nella nostra storia centenaria. Anche noi dobbiamo superare questa crisi. Non vi è alcun salvataggio del governo in attesa di BA e non possiamo aspettarci che il contribuente compensi gli stipendi indefinitamente”.

Si sta riproponendo quindi un problema comune a quasi tutte le grandi legacy, le nuove “vintage” che negli anni hanno mantenuto contratti molto onerorosi, poca flessibilità e quindi poca efficienza, dove hanno potuto, alcuni li hanno rinegoziati con i sindacati, che hanno svolto il loro lavoro di tutela del lavoratore, lasciatemelo dire a volte un po ciecamente, non pensando al futuro dei vettori.

Un futuro in cui il mercato ed il mondo è cambiato, i LCC sono i competitor delle “vintage” che devono poter essere competitive, seppur mantenendo un loro modello di business differente dalle Low cost, ma viste anche le abitudini dei passeggeri che volano sempre più low cost ed infatti lo si nota dalle statistiche dei passeggeri, deve ridurre i costi ed adeguare anche gli stipendi.

Non dico che il taglio dovrà essere così pesante per portare gli stipendi ai livelli delle Hard Low cost, ma sicuramente dovranno essere riproporzionati a livelli “accettabili”.

Solo pochi giorni fa i piloti Lufthansa, un altra delle compagnie in forti difficoltà con un gran numero di dipendenti, ha investito molto e margina poco per gli alti costi, hanno accettato una riduzione dello stipendio del 45%, non oso immaginare quindi quanto sia il loro stipendio standard.

Stiamo affrontato un momento difficile, che nessuno immaginava, seppur posso essere d’accordo con i sindacati che “forse questo non è il momento giusto” per tagliare il costo del personale e riorganizzare, può mancare di tatto in effetti, è invece il momenti giusto e non si può più rimandare per prendere decisioni coraggiose che possono garantire ad un vettore di continuare a volare.

Non possono pensare che siano i contribuenti come anche per Alitalia, a pagare per l’inefficienza e per una visione solo di parte che non prevede conoscenze e decisioni strategiche aziendali, come un piano industriale che non può essere fatto da chiunque, non può essere fatto dal sindacato.

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