Virgin Atlantic, non ancora esclusa la procedura fallimentare pre-pack
Virgin Atlantic sta adottando misure anche difficili, per superare questa crisi che sta mettendo a rischio la sua sopravvivenza, è ormai chiaro che Virgin stia più di altre trovando non poche difficoltà nel reperire aiuti, nel suo caso dovrebbero ammontare ad almeno 500 milioni di sterline.
Nel frattempo non ha sciolto i rapporti con i consulenti di Alvarez & Marsal (A&M) specialisti nella consulenza per predisporre piani di emergenza per processi di insolvenza, scenario limite in cui Virgin rischia ancora oggi di ritrovarsi.
E’ Sky News ad aver appreso la notizia, le sue fonti riferiscono che il lavoro di A&M si sarebbe concentrato sulle opzioni per un’amministrazione preconfezionata pre-pack* che vedrebbenascere un vettore ristrutturato e finanziariamente redditizio.
La nomina dell’azienda non significa che l’insolvenza sia inevitabile, ma riflette l’obbligo legale degli amministratori di Virgin Atlantic di prepararsi a questa possibilità, non potendola escludere.
Un accordo pre-pack* eliminerebbe il patrimonio netto degli azionisti Virgin Group e Delta Air Lines.
Prima di arrivare a quest’ultima opzione Virgin ha annunciato il licenziamento fino a 3.000 persone, riduce la flotta e dopo 35 anni lascia il suo storico aeroporto di londra Gatwick.
Si continua a cercare un assist dal governo che sembra non aver intenzione di dare aiuti a Virgin Atlantic, Grant Shapps, segretario dei trasporti ha subito messo in chiaro che “ Il governo non permetterà il collasso di compagnie aeree leader a livello mondiale, ben gestite e redditizie“, ma Rishi Sunak altro membro del governo inglese ha avvertito l’industria aeronautica inglese che riceverà aiuti personalizzati dal governo solo dopo che siano state esaurite le altre opzioni disponibili.
Mentre anche Rolls-Royce e Airbus sono intervenuti in difesa di Virgin ed hanno inviato una lettera a Grant Shapps, sottolineando l’importanza di Virgin Atlantic per la catena di approvvigionamento manifatturiera del Regno Unito, si continua a discutere con gli investitori privati per ricapitalizzare la compagnia aerea e anche Richard Branson sta cercando liquidità che evidentemente attualmente non ha, per dare linfa vitale alla sua creatura e come ultima risorsa starebbe cercando di vendere azioni per centinaia di milioni di sterline di Virgin Galactic, società quotata a New York.
Houlihan Lokey, la banca d’investimento che fornisce consulenza a Virgin Atlantic su questo processo processo, rende noto di essere in trattative con più soggetti disposti a entrare nella partita, tra cui, Apollo Global Management, Centerbridge e Cerberus Capital Management.
Un’amministrazione pre-pack, è un metodo consolidato in Gran Bretagna, apre la strada a nuovi investitori, ma nel settore aereo pone alcuni problemi di non poco conto, tra cui la cessazione deo contratti di leasing e la perdita dei preziosissimi slot, un patrimonio per un vettore aereo, rendendo il vettore in pre-pack completamente zoppo.
Ma il governo starebbe discutendo una legge per riformare le procedure di insolvenza, si spera che vengano tenute in considerazioni le esigenze del settore aereo.
Nel Regno Unito non soffiano venti felici e forse ci vorrebbe Mary Poppins al numero 10 di Downing st., l’industria dell’aviazione in UK è davvero preoccupata.
Bene scusate questa ironia, ma Mary poppins è ancora capace di farmi sognare … mi ricompongo, ma la situazione è veramente preoccupante perchè il governo starebbe pensando di introdurre, la notizia se verrà confermata, verrà comunicata oggi dal primo ministro Johnson, 14 giorni di quarantena fino a luglio, questo vorrebbe dire uno stop di quasi tutto il settore e richiesta ancora maggiori per le basi inglesi delle compagnie aeree, per Virgin sarebbe davvero drammatico.
Oggi è prevista una riunione in videoconferenza tra compagnie aeree e il governo per discutere i piani, giovedì scorso intanto è stata chiesta l’estensione della procedura straordinaria di sostegno al reddito (il regno unito non ha strumenti “ordinari” adeguati di sostegno) per qualche altro mese.
* L’insolvenza preconfezionata (un “preconfezionamento”) è una sorta di procedura fallimentare, in cui un piano di ristrutturazione è concordato in anticipo con una società che dichiara la sua insolvenza. Nel Regno Unito, i pre-pack sono diventati popolari dall’Enterprise Act 2002, che ha reso l’amministrazione la procedura di insolvenza dominante. Il termine “vendita preconfezionata” è stato definito dall’Associazione dei professionisti del recupero aziendale come “un accordo in base al quale la vendita di tutto o parte delle attività o delle attività di una società è negoziata con un acquirente prima della nomina di un amministratore, e l’amministratore effettua la vendita immediatamente o poco dopo il suo appuntamento “. La differenza tra una vendita preconfezionata e una vendita normale è che in una vendita normale l’amministratore commercializza l’attività e negozia i termini della vendita dopo la sua nomina. Una vendita pre-pack evita i costi di negoziazione (il che significa che i creditori ricevono di più) e, in effetti, la società e l’amministratore potrebbero non avere i fondi per negoziare. Evita inoltre che l’amministratore si assuma i rischi associati al trading. Il valore dell’impresa può deteriorarsi durante le negoziazioni amministrative.