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Nasce l’Associazione Italiana delle Compagnie Aeree Low Fares

La politica italiana, sembra spesso dimenticare che non è Alitalia a “muovere” il paese e il traffico incoming, ma le LCC.

Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling, rappresentano piú del 50% del traffico a corto raggio in Italia e si sono unite creando la nuova Associazione Italiana delle Compagnie Aeree Low Fares.

Voliamo per l’Italia

L’associazione ha lo scopo di rappresentare gli interessi delle compagnie aeree Low Fares operative in Italia, nell’ambito delle relazioni con le autorità governative italiane e gli altri interlocutori istituzionali.

A fronte della crisi dovuta al Covid-19″ , si legge nel comunicato,l’Associazione é impegnata a offrire posti di lavoro e crescita economica e a ripristinare collegamenti e flussi turistici in tutta Italia nell’immediato futuro, al fine di sostenere una rapida ripartenza dell’economia italiana.

Andrea Giuricin, docente universitario ed un esperto del settore aereo, commenta: “È essenziale che si ricordi che l’interesse principale è quello di garantire una buona mobilità aerea degli italiani. Il mercato è triplicato dal 1997 al 2019 anche grazie a queste compagnie che trasportano oltre il 50% del traffico a corto raggio italiano“, mi associo completamente al pensiero di Andrea che evidenzia chiaramente la situazione italiana.

Per una rapida ripartenza infatti, non possiamo pensare che a farlo sia un vettore come Alitalia, non lo fa da anni, Leogrande durante un audizione alla camera parlava di “Alitalia come infrastruttura strategica per il paese” mi chiedo come faccia a dirlo, quando i dati parlano da soli, sono le compagnie low cost ad esserlo stato con vantaggi per i passeggeri almeno in questo ultimo decennio.

L’Associazione nasce quindi con l’obiettivo ambizioso di concorrere a ripristinare la competitività del trasporto aereo italiano, assicurando a cittadini e imprese i collegamenti aerei e la costante disponibilità di accesso a tariffe aeree a basso costo.

E’ un manifesto, in cui le compagnie richiamano il loro impegno ad applicare contratti di lavoro italiani al proprio personale che opera nelle basi italiane, i benefici dovuti alla liberalizzazione dell’aviazione negli anni ’90 con tariffe sostanzialmente più basse e alla concorrenza che ha portato a triplicare il volume dei passeggeri in Italia dal 1997.

L’associazione invita il Governo italiano a non agire su base discriminatoria, un chiaro riferimento ad Alitalia, proteggendo il settore del trasporto aereo nel suo insieme e non una singola compagnia, e a sospendere l’imposta comunale sui passeggeri per consentire la ripresa del traffico, in particolare verso le regioni italiane, una misura che avevo forse per primo proposto qualche settimana fa, ma non sarebbe l’unica imposta che per qualche mese potrebbe essere sospesa.

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