Volo PK8303 toccò terra e perse spinta
La perdita dei motori e’ ormai confermata, ma quale sia il reale motivo ovvero un guasto tecnico o un errore del pilota, per il momento non si possono escludere nessuna delle due possibili cause.
Col passare delle ore, con le analisi dei tracciati e immagini in grado di dare agli esperti informazioni per cercare di delineare il quadro dell’incidente, emergono alcune anomalie.
Un rapporto preliminare ha sollevato domande sulla gestione dell’incidente da parte del pilota e sulla mancanza di dettagliate informazioni non comunicate alla torre di controllo, non vengono escluse responsabilità anche del controllore del traffico aereo e della torre.
Partiamo da questo grafico che mostra come l’Airbus A320 della Pakistan International Airlines abbia effettuato una discesa troppo brusca (blu) rispetto alla procedura standard prevista per l’aeroporto Jinnah International Airport di Karachi, ed infatti anche gli esperti dell’autorità Pakistana hanno sollevato la questione.
Secondo il rapporto, preparato dall’autorità per l’aviazione civile CAA i motori dell’aereo hanno raschiato la pista tre volte al primo tentativo del pilota di far atterrare l’aereo, causando attrito e scintille.
I segni lasciati sulla pista sembrano confermarlo.
Secondo fonti del CAA, i motori dell’aereo sono entrati in contatto con il suolo in corrispondenza del marker di 4.500 piedi, seguito una seconda volta dal marker di 5.500 piedi e una terza volta al marker di 7.000 piedi, senza mai toccare la pista con la pancia dell’aereo.
Dopo il terzo impatto, il pilota ha risollevato l’aero alzandosi di quota senza informare la torre di alcun problema con il carrello di atterraggio .
Spie e avvisi sonori segnalano al pilota qualsiasi anomalia dei sistemi dell’aeromobile e quindi la CAA si chiede come mai dai piloti non è arrivata nessuna comunicazione per problemi tecnici, ma solo successivamente al go-around deciso dal pilota, senza comunicare nulla alla torre, l’equipaggio avvisa i controllori di volo di problemi al carrello.
Gli esperti ritengono che quando i motori hanno raschiato il terreno il serbatoio dell’olio del motore e la pompa del carburante potrebbero essere stati danneggiati provocando anche una perdita di olio e carburante e quindi perdita di spinta.
E’ a questo punto che il controllore senior indica ai piloti del volo Pakistan International Airlines di raggiungere quota 3000 piedi, ma evidentemente per i problemi al motore, raggiunse solo quota 1.800, il messaggio del primo ufficiale è chiaro “ci stiamo provando”.
In fase di un successivo avvicinamento alla pista 25 è evidente che l’aereo perde completamente spinta, è qui infatti che i piloti lanciano il messaggio: “We have lost two engines. Mayday, mayday, mayday. It’s serious.”
Forse alcuni di voi se hanno osservato attentamente la foto dell’Airbus AP-BLD avranno notato che si è azionato un dispositivo posto al centro dell’aeromobile tra le ali.
Questa potrebbe essere un’altra prova del guasto del motore, l’apertura della della turbina RAT che si apre solo quando i motori principali cessano di funzionare per produrre l’energia elettrica necessaria ai sistemi di bordo e tentare di riavviare i motori.
Gli investigatori stanno cercando quindi di capire perchè nonostante i problemi che chiaramente l’aereo aveva, i piloti non hanno informato i controllori del traffico aereo e come mai non vi sia stato il contatto con la torre di controllo, non di poco conto il particolare che la torre a differenza del controllore, ha il contatto visivo con l’aereo in avvicinamento e in atterraggio.
Se l’aereo fosse stato in contatto con la torre, probabilmente la torre gli avrebbe detto di continuare senza decollare nuovamente, poiché l’aereo sarebbe finito nel fango fuori pista.
Si chiedono anche quanto sia probabile che nonostante la presenza a bordo di sistemi di backup che si avviano quando i primari non funzionano, a bordo dell’Airbus A320 della Pakistan International Airlines AP-BLD si sia verificata una casistica molto ma molto rara, che entrambi i sistemi non funzionassero più.