easyJet solo il 30% dei voli questa estate
L’amministratore delegato di easyJet Johan Lundgren non nega che altri vettori sono più ottimisti per una ripresa prima del 2023, easyJet non è di questo parere.
Mentre annuncia che circa 4500 persone perderanno il loro posto di lavoro, avverte che non volerà in Italia qualora non venga tolto l’obbligo del posto libero a bordo, easyJet questa estate volerà con appena il 30% della sua capacità.
“Penso che l’abbiamo fatto su una base prudente e crediamo su una base conservatrice ma ancora realistica. Verità della questione, nessuno lo sa. Nessuno sarebbe più felice di noi se la domanda aumentasse prima di così “, ha detto Johan durante un intervista al Financial Times.
Come prevedibile intanto ieri dopo l’annuncio del piano, le azioni di EasyJet sono aumentate del 4% a 736,92 $ con la negoziazione dell’ora di pranzo.
easyJet inizierà ad operare un numero molto limitato di voli a partire dal 15 giugno, anche se non è del tutto chiaro come mai ad esempio nel caso italiano dal 15 giugno sia operativa solo la base di Milano Malpensa, aeroporto che potrà essere ancora in una situazione di “quarantena” a causa della situazione epidemiologica della Lombardia e della città di Milano e non da basi più sicure come Venezia e Napoli, lasciando l’aeroporto di Venezia senza alcun collegamento con il sud Italia e le isole, solo parzialmente dal 18 riparte anche Volotea da Venezia e verranno riprostinati i collegamenti con il sud Napoli esclusa, destinazione in cui easyJet aveva fino a 4 frequenze al giorno, a piano riempimento.
Ryanair invece questo mese ha confermato i piani per riprendere i voli a luglio a circa il 40% della capacità, prima di salire a circa il 60-70% entro settembre, un piano nettamente più ottimistico e di rilancio come anche Wizz Air che prevede di effettuare circa il 70% dei suoi voli in luglio e agosto, Wizz Air ieri ha annunciato in una conferenza stampa, l’apertura della sua nuova base di Milano malpensa con 5 aerei dal 6 luglio.
Penso che per easyJet sia il momenti di accelerare il passo, di trovare il coraggio di ripartire, perchè il cliente vuole tornare a volare oggi non domani, giusto ieri József Váradi CEO di Wizz air ha detto che un analisi della domanda dai portali di ricerca e dal sito della compagnia è evidente che l’Europa vuole tornare a volare.
E’ anche vero che finché ENAC che parla di “misura mediana” ovvero “la misura della distanza debba essere misurata tra i punti medianidi due sedili adiacenti” che è effettivamente di un un metro tra un passeggero ed un altro a bordo, obblighi i vettori a lasciare il posto centrale nella fila da tre vuoto, non vedo perchè visto che ne la IATA ne la EASA hanno emesso direttive in tal senso ma rendono obbligatoria la sola mascherina, si debba proprio in Italia emettere una direttiva in tal senso, diamoci una regolata e smettiamola di fare i soliti “italiani”, non ha alcun senso.
Ovviamente ENAC ha dovuto però colmare un vuoto interpretativo del DPCM, di uno dei tanti che richiede numerosi decreti attuativi per poter essere applicato, la politica come al solito non riesce ad essere chiara, non vedo come possa essere davvero così difficile.
Lo sappiamo che anche per easyJet questo è un momento difficile, e la “guerra” aperta con il suo fondatore non aiuta a migliorare la situazione e lo stato d’animo di tutto il personale che a questo punto comincia a temere fortemente per il proprio posto di lavoro.
E’ arrivata anche la decisione di Andrew Findlay, CFO di dimettersi lasciando easyJet a maggio del 2021, pochi giorni dopo essere sopravvissuto al tentativo di Sir Stelios di estrometterlo durante l’assemblea generale.
easyJet è solo l’ultima in ordine di tempo a annunciare un taglio del personale, British Airways fino al 30% della sua forza lavoro di 42.000 dipendenti, mentre Ryanair e Virgin Atlantic hanno dichiarato che taglieranno rispettivamente del 15% e del 30% circa.
La dimostrazione di quanto le politiche sul lavoro nel Regno unito stiano dimostrando per la prima volta in maniera così evidente una debolezza per il paese e di essere anni luce indietro rispetto quelle di altri paesi, per prima l’Italia, la Francia e la Germania, tutti tagli al personale nel settore aereo sono stati fatti nei paesi in cui non ci sono ammortizzatori sociali e di sostegno al reddito di sistema ordinari e non straordinari o dove mancano del tutto.