Come gestire il bagaglio a mano nel post-covid?
I vettori e i gestori aeroportuali ora devono studiare la soluzione più efficace per la gestione dei bagagli a mano “ingombranti”
La raccomandazione di ICAO, IATA, EASA si limitano a consigliare di ridurre al minimo almeno nella prima fase di ripartenza i bagagli a mano dei passeggeri, così da ridurre potenziali punti di contatto a bordo e rendere più fluidi imbarchi e sbarchi.
L’Italia con il DPCM dell’11 giugno si limita a non consentire di portare a bordo “bagagli di grandi dimensioni” senza specificare le misure, a cui ENAC si è adeguata.
Spetterà quindi alla singola compagnia aerea adottare la procedura che più ritiene idonea.
Far passare tutti i passeggeri per i banchi Chek-in aumenterebbe i potenziali “punti di contatto” e rischio assembramenti all’interno dei terminal aeroportuali.
Perchè non prendere esempio da Ryanair ed easyJet?
Sia Ryanair che easyJet solo per citare due vettori, ma non sono gli unici, regolarmente nel caso di Ryanair quando il passeggero ha con se un bagaglio che super le dimensioni consentite e non ha pagato l’imbarco prioritario e nel caso di easyJet principalmente nel caso in cui i bagagli a mano imbarcati superano le 90 unità, in fase di imbarco una volta ai piedi della scaletta dell’aeromobile il passeggerò lascia il bagaglio non consentito, preventivamente etichettato al gate al personale che provvede a riporlo in stiva.
Tale procedura non porrebbe nessun tipo di potenziale nuovo rischio nei terminal, nessun tipo di rallentamento, visto che la procedura di imbarco dovrà avvenire garantendo il distanziamento sociale e quindi più lentamente e non richiederebbe neanche nuove procedure se non quelle già in essere.