Alitalia

Alitalia, forse se ne riparlerà a luglio?

Ancora un nulla di fatto per Alitalia, in corso una discussione sulle nomine, nessuna novità per il piano industriale, la sensazione comune è che il governo non abbia idea di come uscirne.

Anche durante l’audizione di ieri alla commissione trasporti della camera, la ministra De Micheli e il ministro Patuanelli, non hanno dato alcun nuovo dettaglio significativo sul piano Alitalia.

Gli esponenti del governo Conte, continuano il loro “lavoro” iniziando ogni tipo di discussione con il messaggio che “Alitalia è strategica per il nostro paese”, ma è chiaro a tutti, visti anche gli ultimi due fatti di Trapani e Trieste che questo non è assolutamente vero.

Se da un lato infatti Alitalia, ha delle motivazioni commerciali del tutto comprensibili, ha effettivamente e per l’ennesima volta dato prova di non essere così strategica, a Trapani è arrivata a stretto giro AlbaStar.

Il presidente del consiglio Conte ed il governo, avevano anche detto che questo era il momento giusto per rilanciare Alitalia, vista la crisi, tutte le compagnie aeree sono indebolite e in occasione della ripresa dei voli Alitalia avrebbe potuto trovare maggiore spazio, maggiori occasioni di rilancio, peccato però che Alitalia è ancora al palo mentre tutti gli altri vettori hanno ripreso a volare e con uno sprint che nessuno si aspettava, visti gli scenari catastrofici che inizialmente potevamo immaginare.

Alitalia quindi sta perdendo un altra occasione, nell’incapacità di una politica che non sta dando risposte all’Italia.

Alitalia molto probabilmente con un management capace, l’assenza di beghe politiche, di partitismi, con un ottica di risanamento, ristrutturata, ricreata da zero, cancellando anni di insuccessi di strategie sbagliate, di assistenzialismo e di privilegi, avrebbe potuto anche prima della crisi tornare ad essere una delle compagnie aeree più importanti, ma ora più che mai la situazione è più complessa e difficile come sostiene anche Andrea Giuricin, “Sarà difficile uscire dalla situazione attuale con la strategia del governo. Quest’anno l’ambiente di mercato è molto più complicato a causa della pandemia di Covid-19“.

Il governo stava anche tentando di stabilire per legge il monopolio di Alitalia per la continuità territoriale, ma la Commissione Europea ha immediatamente avvisato il governo italiano che questo non sarebbe stato in linea con la normativa europea sulla concorrenza.

La commissaria Vestager che ha richiesto all’Italia discontinuità economica per autorizzare 3 miliardi di euro di “aiuto di stato” per Alitalia che in caso contrario non rientrerebbe nel “temporary Framework” previsto dalla Commissione.

E poi c’è anche la questione contratti, nel DL rilancio lo stato italiano ha cercato di realizzare un impianto normativo a difesa di Alitalia che danneggerà inevitabilmente le compagnie Low Cost che in Italia hanno permesso una crescita esponenziale dei passeggeri contribuendo notevolmente non solo a far volare gli italiani, ma anche portare i turisti in Italia, ciò che Alitalia non ha fatto.

Nel decreto infatti si obbligano tutte le compagnie aeree con basi in Italia ad adeguarsi ai minimi contrattuali previsti dal CCNL nazionale, contratto utilizzato solo da Alitalia ma non ad esempio dalla sua controllata Alitalia Cityliner, quelli che sono ormai considerati i dipendenti low-cost di Alitalia.

Le principali compagnie Low cost presenti in Italia, si sono unite in un associazione AICALF (Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling) che hanno illustrato le loro proposte di modifiche al DL rilancio alla ministra dei trasporti De Micheli.

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