El Al

El Al stop a tutte le operazioni di volo

I dissapori con i piloti stanno colpendo pesantemente la compagnia aerea israeliana El Al che ha messo in congedo non retribuito tutti i restanti 500 membri dell’equipaggio, compresi 100 piloti.

El Al Israel Airlines Ltd. aveva già messo oltre il 90% del personale in congedo non retribuito a marzo all’inizio della crisi di Covid-19.

Nei giorni scorsi, El Al ha cancellato tutti i suoi voli cargo e i suoi pochi voli passeggeri rimanenti, sostenendo che i piloti si stavano rifiutando di volare.

Quindi tutti gli aerei rimarranno a terra fino a quando non verrà trovato un accordo con i piloti, sempre che il prolungarsi dello stop non causi un ulteriore danno economico a El Al e altri scenari ben più preoccupanti non si possono escludere.

Un messaggio inviato ai piloti e all’equipaggio di cabina di El Al diceva: “Il consiglio di amministrazione della compagnia ha deciso di chiudere le operazioni della compagnia e di mettere in attesa il resto dell’equipaggio aereo da domani. Li abbiamo già informati di questa intenzione, in qualità di CEO ha detto al comitato (neoeletto) in una conversazione tenuta per conoscerli “.

Alcuni giorni fa il sindacato dei piloti di El Al ha incontrato il ministro dei trasporti Miri Regev e poi rilasciato una dichiarazione. “Il ministro ci ha sottolineato che il pubblico vede El Al come una compagnia nazionale e il governo non lascerà che la compagnia crolli. Il ministro comprende la responsabilità che ci spetta su ogni volo ed è piena di apprezzamento per i piloti. “

L’obiettivo dell’incontro, presentato dal ministro, era di cercare di avvicinare le parti e riaprire il dialogo e continua “Abbiamo ripetuto e sottolineato al ministro che non esiste soluzione alla crisi se non l’iniezione di capitale nella società da parte di un investitore esterno con mezzi “.

El Al ha dichiarato: “Dopo che i piloti si sono rifiutati di volare sui voli della compagnia (voli cargo e un numero limitato di voli passeggeri), siamo stati costretti ad adattare la nostra forza lavoro e a mettere in congedo non retribuito altri 500 dipendenti, tra cui 100 piloti”.

Ma perché i piloti si rifiutano di volare ?

El Al e’ in trattative per ricevere aiuti di stato, ma ha bisogno di un accordo con i dipendenti ed il sindacato.

Il governo israeliano sostiene che i problemi di El Al si sono verificati molto prima della pandemia, indicando i motivi tra un numero di dipendenti eccessivo, alti salari e un bilancio debole.

Mentre le perdite finanziarie si accumulavano, il sindacato pilota della compagnia afferma che El Al non ha adempiuto ai suoi obblighi, la rottura tra le parti fu accentuata dal rifiuto di El Al di trasferire 30 piloti Boeing 737 al 787 Dreamliner.

La motivazione del no di El Al potrebbe essere nel costo elevato per la formazione dei 30 piloti per ottenere l’abilitazione al volo con il 787, ora viso il bilancio di El Al non e’ più possibile, nonostante fosse previsto negli accordi con i piloti.

Il sindacato ha dichiarato: “l’amministrazione della società non ha nemmeno rispettato gli accordi firmati con il sindacato meno di un mese fa, il sindacato non ha avuto altra scelta che arrivare alla conclusione che i proprietari della società non sono in grado di salvarla dalla sua situazione attuale”.

“I piloti di El Al chiedono fortemente che il consiglio di amministrazione adempia ai loro obblighi legali e accetti il piano del Ministero delle finanze di prestargli $ 250 milioni”, hanno aggiunto i piloti. “Il piano del Ministero delle finanze migliorerà la struttura del capitale del paese più di un prestito di $ 400 milioni (bancari), che peggiorerebbe la situazione della società senza alcuna giustificazione economica dietro di essa oltre a proteggere i maggiori azionisti”, i piloti di El Al a queste condizioni non riapriranno il dialogo.

A questo si aggiunge che il congedo non retribuito da marzo, ha fatto precipitare gli stipendi annuali dei piloti, aumentando la tensione tra il sindacato e la direzione della compagnia aerea.

Nel frattempo El Al ha annullato alcuni contratti di leasing, restituito un numero di aeromobili noleggiati e ha ceduto i diritti per cinque Boeing 737-800 e ha raggiunto un accordo di vendita e locazione con una società straniera per altri tre 737-800.

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