Coronavirus Covid-19

Dobbiamo prepararci a lockdown localizzati

L’andamento della pandemia, sotto controllo in molti paesi, assolutamente fuori controllo in altri, avrà nei prossimi mesi un evoluzione che potrà manifestarsi con scenari anche diversi in cui l’aviazione dovrà farsi trovare, questa volta pronta.

Possibili lockdown di intere città o regioni, senza preavviso sono possibili, in questa nuova normalità che quasi sicuramente nel 2021 si normalizzerà, ma è necessario predisporre linee guida comuni in grado di poter essere immediatamente applicate nel caso di nuovi lockdown anche locali ed evitare un nuovo blocco del settore aereo.

A Londra Heatrow, l’AD John Holland-Kaye ci sta già pensando, la società che gestisce il primo scalo di Londra, sta prendendo in considerazione una serie di possibili risposte mentre nuove infezioni hanno attraversato città che in precedenza si pensava fossero riuscite a tenere sotto controllo la pandemia, come Melbourne, in Australia.

Se abbiamo epidemie periodiche in tutto il mondo, dovremo ricorrere a una diversa ricaduta per completare la quarantena. Ci deve essere un’alternativa che diventerà parte del modo in cui viviamo la nostra vita e dobbiamo iniziare a lavorarci adesso “, ha dichiarato Holland-Kaye al FT.

L’obbiettivo è un azione di tutti i governi, di isolare efficacemente i focolai per evitare che questi, fuori controllo possano far tornare il rischio del tutto reale, di un nuovo blocco dell’intero trasporto aereo.

Lo screening dei passeggeri

John Holland-Kaye, ha chiesto al governo del Regno Unito di predisporre delle linee guida comuni per tutti gli aeroporti del mondo per lo screening dei passeggeri, le linee guide dovranno essere ovviamente redatte i un tavolo comune con la IATA, ACI, ICAO e OMS.

C’è solo un piccolo problema però, a quanto pare il tampone da solo non può dare la garanzia che il passeggero sia negativo al Coronavirus, mentre il test sierologico ha un attendibilità molto elevata.

Attualmente, a Londra Heathrow in collaborazione con Swissport e Collinson, a Parigi CDG e Orly, ad Hong Kong e Vienna ed anche in Grecia e a Dubai viene utilizzato il tampone per i passeggeri provenienti da zone ad alto rischio o nel caso in cui come a Parigi se la temperatura supera i 38 gradi.

E’ urgente a questo punto rendere disponibili dei test sierologici rapidi attendibili da sostituire al tampone, predisporre in ambito nazionale ed Europeo per l’area Scenghen misure comuni per monitorare in modo continuo tutte le destinazioni e i paesi del mondo e bloccare immediatamente l’accesso all’area Schenghen a tutti i passeggeri provenienti anche con voli non diretti da aree a rischio elevato.

Blocchi che dovranno essere presi in tempo reale con l’immediato respingimento dei passeggeri in quel momento in arrivo o appena atterrati da zone a rischio come nel caso dell’ultimo volo proveniente da Doha qualche giorno fa con a bordo oltre 100 passeggeri dal Bangladesh.

Un protocollo comune

Ora serve un protocollo comune da applicare sempre in questi casi per evitare un ritorno del contagio dall’estero.

Al contrario di quello che pensa Holland-Kaye è inevitabile che il blocco verso alcuni paesi ad alto rischio o la quarantena obbligatoria dovrà rimanere e dovrà essere ancora applicata, qualora vi siano nuove aree a rischio elevato, perchè altrimenti il rischio di contagi di ritorno sarebbe elevato e un rischio da evitare, è chiaro come questi potranno avere un impatto ancora negativo sull’economia, ma non ci possiamo permettere un nuovo blocco completo, mentre a questo punto blocchi parziali, potranno e dovranno essere applicati.

Ci sono vettori come Virgin Atlantic che hanno il proprio core business nel lungo raggio in particolare degli Stati Uniti, quindi il governo inglese dovrà necessariamente supportare i vettori, che nel caso di blocchi prolungati, verso le quali hanno il maggior numero di destinazioni, con adeguati aiuti al solo fine di freezare le operazioni in attesa di poter tornare alle normali operazioni.

Sostenere il settore

E’ vitale in questa fase, che si stabiliscano linee guida comuni a livello europeo e mondiale e che anche economicamente, ma selettivamente e nel perimetro di specifiche condizioni, per i vettori più colpiti di altri, da un blocco dei voli verso quelle destinazioni bloccate, vengano in qualche modo sostenuti, senza alcuna discriminazione.

Il settore aereo non dobbiamo dimenticare che insieme al turismo del quale ne è uno dei motori, produce importanti PIL in tutte le nazioni del mondo, ed è vitale non solo per il turismo, occupa centinaia di migliaia di persone anche nell’indotto, il Regno Unito in questo momento è la nazioni in cui questo è tutto molto evidente, le ricadute occupazionali sul settore aereo e su molte aziende del suo indotto sono preoccupanti ed evidenziano le criticità del modello di sostegno al reddito e le politiche sul lavoro del Regno Unito.

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