Sospese le operazioni nella base easyJet di Nantes
Il trend delle prenotazioni da Nantes non è sufficiente per consentire la riapertura, almeno per il momento, della base easyJet nell’aeroporto Nantes Atlantique.
A renderlo noto la stessa easyJet in una comunicazione interna ai dipendenti che ne giustifica così la decisione, la base di Nantes, con i suoi 110 dipendenti, inaugurata solo ad aprile dello scorso anno, almeno per il mese di settembre non sarà quindi operativa.
A Nantes pre pandemia erano basati 3 A320 con 14 nuove rotte aperte in occasione dell’apertura della base: Bilbao, Catania, Copenaghen, Granada, Ibiza, Marrakech, Roma Fiumicino, Tel Aviv, Tenerife Sud, Bari, Bastia, Dubrovnik, Heraklion e Olbia.
“Questa settimana abbiamo annunciato al nostro team in Francia che dobbiamo sospendere nuovamente le nostre operazioni con sede a Nantes a partire da settembre. Non stiamo vedendo la domanda di svago in uscita di cui abbiamo bisogno per operare in modo redditizio dalla base. Anche i viaggi d’affari (di solito circa il 25% dei clienti di Nantes) sono particolarmente deboli. È difficile, ma continuare ad adattarci alle realtà che abbiamo di fronte è la cosa giusta da fare per proteggere la nostra attività a lungo termine.“
Comprensibile la decisione di easyJet, la resilienza e la flessibilità nella gestione del network e delle basi è per ogni vettore vitale in questo momento per salvaguardare la liquidità e il futuro della compagnia e riattivare rotte, basi e aerei, in base all’andamento della domanda e alle restrizioni imposte nei diversi paesi in cui opera.
Mancando anche quel 25% della clientela business, un targhet più redditizio, uno dei motivi per cui è stata aperta la base di Nantes non solo meta turistica, ma anche di lavoro.
Nantes non è l’unica base francese di easyJet, un mercato chiave per il vettore con una marginalità più che soddisfacente, ma non è escluso che anche all’interno del network di basi e di rotte in Francia non sia possibile un efficientemente per migliorare ulteriorermente le prestazioni, che si devono ora adattare a questa nuova normalità, che potrebbe non tornare ai livelli pre-covid fino al 2024.