Il settore aereo chiede aiuto, il caso Malpensa
Il settore aereo e l’indotto sono in forte difficolta’, solo a Malpensa sono a rischio 40.000 posti di lavoro.
“Una bomba occupazionale” la chiama Roberto Grassi, presidente dell’Unione industriali della provincia di Varese.
In un intervista al Corriere della Sera descrive la situazione pronta a trasformarsi in un’emergenza “sociale che ha pochi omologhi in Italia”.
In seguito alle nuove misure previste dal DPCM con la Lombardia in zona rossa, insieme ad altre regioni, l’ad di Sea, Armando Brunini ricorda che ci sono 40.000 persone tra impieghi diretti e indotto che oggi non lavorano. Una situazione che “impatta sulla capacità di investimento di Sea dei prossimi anni. Stiamo bruciando tutti i milioni che abbiamo in cassa”, anche per colpa del “capriccio” del governo e di Alitalia, Linate e’ parte del problema, non doveva essere riaperto in questa fase.
Il comparto alberghiero attorno a Malpensa, che vive dell’attività aeroportuale oltre che di quella legata alle fiere, è in ginocchio, non ci sono strutture operative; così come quello dei trasporti.
Grassi si appella al governo: “Servono linee guida efficaci, interventi di sostegno subito e senza ostacoli, serve una burocrazia più snella, siamo un territorio virtuoso e non ci piace lamentarci. Ci piace fare, e chiediamo soltanto di tornare a farlo come sappiamo”.
Sarebbe ora che il governo la smetta di giocare con ITA, la newco di Alitalia che ieri ha deliberato la nascita di altre due società per l’handling e la manutenzione, si deve rendere conto che Alitalia non salverà il trasporto aereo, non salverà il turismo e non salverà centinaia di migliaia di posti di lavoro, fino ad ora hanno come al solito creato “poltrone”.