easyJet, inevitabili ? NO
Non si parla ancora di esuberi e quindi di licenziamenti ma c’è già chi specula dandoli per certi, vi ricordo che la situazione italiana per easyJet e’ del tutto gestibile, anche se confermo la necessità di qualche aggiustamento.
Il sonoro NO dei sindacati e’ coerente con la situazione attuale del mercato e le previsioni del 2021 – 2022 che segnerà la ripresa della domanda e del traffico fino a livelli pre-covid.
Lo conferma EUROCONTROL (vedi figura o link) che aggiornando le sue precedenti previsioni, con l’inizio della distribuzione del vaccino a gennaio ci si aspetta un aumento della domanda fino al 73% della capacità rispetto al 2019, lo scenario precedente, quello più pessimistico, quando ancora non avevavmo alcuna certezza sul vaccino, erano al 51%, nel 2022 si arriverà all’89%, questo dato è destinato a crescere non più a calare.
Questi dati dimostrano quindi come non sia necessario decidere oggi un taglio di aerei o personale in Italia, la situazione in Italia non e’ lontanamente paragonabile a UK e Germania, dove confermo la necessità di intervenire subito come e’ stato fatto.
Ricordiamo inoltre che il mercato domestico italiano, easyJet a parte, ha tirato molto più che in altri paesi dove easyJet opera, mi auguro quindi che il piano tenga conto delle particolarità dell’Italia.
Volevo ricordare che Volotea lo scorso agosto ha trasportato 1.000.000 di di passeggeri solo il 9% in meno di agosto 2019, cosa ha impedito ad easyJet di poterlo fare? Un piano più cauto per superare al meglio la crisi? Ci sta, ma non nel 2021 se lo scenario sarà quello previsto da EUROCONTROL.
Possiamo però intendere la comunicazione di oggi una “bozza” non potendo accogliere quindi la giustificazione di easyJet “Le previsioni di mercato e l’elevato grado di incertezza per i prossimi anni, rendono quindi non più differibile un piano di riorganizzazione anche per il mercato italiano e che coinvolgerà l’operatività delle tre basi nazionali: Milano Malpensa, Venezia Marco Polo e Napoli Capodichino.”
Venezia
La decisione su VCE però non coglie di sorpresa, ma necessità di una spiegazione dettagliata da parte di easyJet, VCE ha visto modificare gli equilibri tra vettori, Ryanair e Wizz Air hanno aumentato la pressione su easyJet e Volotea continua la sua naturale crescita, quindi ci poniamo queste domande, tra le tante altre:
Quanto questo mutato scenario ha influito su questa “bozza” ?
Quanto la differenza della base dei costi di easyJet superiore a quella dei suoi concorrenti pesa su questa scelta?
Quanto il sempre alto appeal del Marco Polo che ha la fila di vettori che vorrebbero operare sullo scalo Veneziano?
Sono tutte domande per le quali vorremo avere delle risposte.
easyJet in controtendenza
Che easyJet vada in controtendenza rispetto ad altri vettori e’ palese, un approccio più cauto freezando però, ogni decisione sul taglio di aerei e personale, se non quelle che erano da fare già pre-covid, è apprezzabile, nessuno dice il contrario, questa bozza e la richiesta di intervento di Lorenzo Lagorio country manager Italia di easyJet, potrebbe essere la semplice apertura di una fase necessaria, anche se non in questi termini, per un eventuale rinnovo della CIG e valutare anche altre modalità di gestione della crisi, come ad esempio una riduzione temporanea delle retribuzioni, l’attivazione del contratto di solidarietà (forse la soluzione più praticabile) e il part-time.
Disponibilità del sindacato e ammortizzatori
A questo proposito il sindacato si è reso disponibile nonostante il sonoro NO: “Restiamo disponibili a proseguire un confronto finalizzato a presidiare il mercato, e non certo a tagliarlo strutturalmente. Per noi è prioritario, in questo momento così difficile per tutti, impedire ulteriori danni irreversibili alla compagnia e alla sua occupazione, ricorrendo alla proroga degli ammortizzatori sociali conservativi per traghettare l’azienda e tutti i suoi lavoratori fino alla ripresa del traffico“.
Una discussione che potrebbe quindi anche cambiare la distribuzione degli aerei nelle basi.
Sarebbe sicuramente più giustificabile la proroga della CIGS per una parte del personale di tutte e tre le basi tenendo conto e questo è un fattore fondamentale, dei costi operativi, fino al 2022, quando easyJet avrà nuovamente bisogno di personale, in questa fase si lavora per fare un passo indietro sui contratti full time, con un uso di part-time e 10/12, per aumentare la flessibilità anche in base alla stagionalità, la legislazione italiana ammette una varietà di strumenti a questo scopo, questo è solo un esempio per dimostrare quando sia fondamentale una più attenta analisi e l’uso attento dei giusti contratti per aumentare efficienza e resilienza e ridurre il costo del personale.
Efficienza e resilienza
Interventi su efficienza e resilienza e analisi di tutte le operazioni e costi, che ovviamente non si devono fermare al personale.
In merito a questo ultimo argomento, non si può che lodare e ammirare easyJet per come ha sempre investito sul suo “capitale umano” ma ha osato un pò troppo, in parte anche costretta da quel contratto firmato il 1 aprile 2018, che specifica un 15% di personale in part-time, ecco perchè anche il contratto ha la necessità di essere rivisto.
Il rinnovo del contratto dopo un attenta revisione ed aggiornamento per le mutate situazioni di mercato, forse anche in quel momento non del tutto realistico (scenario e previsioni), potranno dare a easyJet una maggiore efficienza, riduzione dei costi e resilienza.
Un obbiettivo di easyJet ma anche del sindacato e dei lavoratori che vedranno assicurare loro un posto di lavoro, magari lavorando meno, ma lavorando tutti ed istaurando un dialogo tra le parti costruttivo e attivo.
Il Contratto è in scadenza il 31 marzo 2021, data in cui scade anche la CIGS, nelle prossime settimane si discuterà quindi anche di quello.
Una delle necessità in questa fase, ma temporanea, e’ abbassare il costo del personale anche per un periodo limitato di 1 o 2 anni, obbiettivo del tutto condivisibile e praticabile visto l’ottimo contratto stipulato dal vettore per i dipendenti easyJet.
“Eventuali” esuberi
Si ridurrebbero in questo modo eventuali esuberi, ripeto “eventuali”, distribuendo piu’ “equamente” il lavoro tra le 3 basi italiane, al momento e’ ancora tutto possibile, ma non si potrà aspettare marzo per chiudere la partita.
E’ urgente ora l’apertura di un tavolo di lavoro per trovare insieme una soluzione che tuteli interessi aziendali e dei dipendenti, anche il ministero del lavoro deve essere parte attiva.
Un piano credibile potrà sicuramente essere una base per una discussione costruttiva anche per iniziare un lavoro su efficienza e resilienza di easyJet.
Voglio credere che quello che ho letto ieri sia quindi solo una bozza, un ottima bozza, al di là della non condivisibile previsione sulla ripresa della domanda che quindi non giustifica un intervento strutturale con quelle caratteristiche e’ evidente che la situazione e’ difficile, condivisibile la richiesta di un intervento dello stato a livello di sistema, richiesta che appoggio in pieno perché ricordo al governo italiano che il trasporto aereo non e’ Alitalia.
Aiutare il settore, non una sola compagnia, il settore aereo in Italia non è Alitalia
Il settore aereo e’ formato da tutte le aziende, aeroporti, vettori arei italiani o no ma con solide basi in Italia come easyJet che hanno fatto volare milioni di italiani e L’Italia, contribuendo al PIL e al settore del turismo in Italia, a dover essere oggetto di misure e aiuti.