TAP,”25% in più delle altre” tagli e aiuti
TAP ha richiesto un salvataggio pubblico lo scorso aprile, si stima che dovrebbe ammontare a circa 2 miliardi di euro, necessari per coprire il fabbisogno finanziario fino al 2024.
TAP doveva essere il vettore che secondo il ministro italiano dei trasporti Paola De Micheli, doveva essere preso come esempio per la “nuova Alitalia“, beh spero che non avvenga, vi spiego il perché.
TAP prevede nel suo piano di ristrutturazione presentato venerdì una riduzione di 2.000 posti di lavoro entro il 2022 e tagli salariali fino al 25 per cento, dopo aver perso 701 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno, con il prevede di estendere i “numeri rossi” fino al 2025.
Il motivo dei tagli
Lo spiega molto bene il ministro delle infrastrutture portoghese, Nuno Santos: “il piano di ristrutturazione di TAP sarà difficile, ma è ciò che deve essere fatto affinché la società sia redditizia a lungo termine e possa sopravvivere e persino crescere in futuro“.
Ed ecco il punto della fondamentale della questione, guardando ai competitor, con i quali TAP deve essere messa in grado di competere, Santos ha ricordato che i problemi della compagnia aerea vengono da lontano, specificando che “TAP ha il 28% in più di equipaggio per aereo rispetto alla maggior parte dei suoi concorrenti, il che rende più difficile l’adeguamento che dobbiamo fare ora”, e ha aggiunto che “I piloti TAP guadagnano più di alcuni dei nostri concorrenti”.
Vedete anche voi alcune analogie tra TAP e i problemi di Alitalia ? La ministra De Micheli avrà fatto bene a dichiarare? …: “Alitalia non deve diventare una low cost, ma diventare compagnia sul modello della Tap” dichiarava la ministra a maggio 2020 “che è rinata sulle ceneri del suo fallimento, perchè ha avuto una strategia chiara, con un livello di mercato chiaro che non si sovrapponeva a quello delle low cost”, non ho nulla contro la De Micheli, però avrei scelto un esempio diverso.
Andrea Giuricin aveva subito fatto notare che la situazione di TAP non era affatta rosea, insieme ad Alitalia erano le uniche due compagnie europee con EBIDTA negativo nel 2018.
Senza contare che ora nel modello di TAP pesa anche la domanda business che per la pandemia è crollata e si è trasformata, forse per sempre.
La pandemia è stata solo la “forzatura” di qualcosa che prima o poi sarebbe accaduto, ovvero la “scoperta” che la giusta tecnologia, accorcia le distanze e ricuce i costi aziendali, molti viaggi di lavoro e molte trasferte, possono essere evitate e perché no, anche a vantaggio dell’ambiente.