1 anno di Covid-19
E’ passato esattamente un anno, da quando il primo caso in Italia di covid-19 fu diagnosticato.
Da li iniziò un incubo, che ancora oggi sta mettendo a dura prova tutti noi, da quel primo caso l’Italia iniziò ad aver paura, a sentirsi non più al sicuro, gli italiani si resero conto che il nostro paese non sarebbe stato immune, ma non potevamo ancora immaginare, cosa sarebbe successo da li a poche settimane.
I casi aumentarono e dalle prime due zone rosse in Lombardia ed in Veneto a Vo’ Euganeo, dopo pochi giorno il lockdown totale, la sanità in affanno corse ai ripari per vincere una battaglia che ha tolto la vita a molti infermieri e medici che non sapevano bene come combattere il virus e non avevano i giusti DPI per proteggere loro stessi.
Eravamo molto impreparati, da allora abbiamo imparato molte cose sul virus, il governo ha fatto moltissimi errori, ma nessun governo al mondo non ne ha fatti.
Andrà tutto bene
Un Italia che usciva sui balconi, non solo per prendere una boccata d’aria, dato che non era più possibile, passeggiare, viaggiare, incontrare amici e parenti, a cantare e a ripetere anche per non perdere la speranza “Andrà tutto bene”.
Elisa e Tommaso Paradiso scrissero una canzone che è davvero bella e ad ascoltarla oggi quasi mi commuovo, siamo sicuramente più fragili perché provati, ma più forti di ieri.
#iorestoacasa
E iniziò ad essere di tendenza un hashtag su Twitter, Instagram, facebooò #iorestoacasa, perchè l’unico modo che avevamo per difenderci dal virus era restare a casa.
Le mascherine che oggi si trovano ovunque, non si trovavano, non si trovava l’alcol, l’Amuchina, il mondo era impreparato e l’Italia non poteva non esserlo.
I cieli, le strade si svuotarlo, gli aeroporti chiusi o deserti, l’aviazione mondiale a terra, uno scenario irreale, quasi come se fossimo i protagonisti di un film apocalittico, ma era tutto vero.
Passarono settimane, mesi e iniziammo a capire come affrontare il virus, iniziammo ad averne meno paura, passammo un estate quasi normale, con i soliti furbetti e incoscienti che però causarono una nuova crescita di contagi.
Arrivò un nuovo lockdown ma diverso, a zone, in base al rischio, chiudere nuovamente tutta l’Italia sarebbe stato molto rischioso per un economia come la nostra.
In questi mesi abbiamo imparato però ad apprezzare di più le piccole cose, a dare più valore ai legami veri, a capire che forse ci sono cose molto più gravi, rispetto a quello che era il nostro significato di grave.
Il vaccino
Poi arrivò il vaccino ed il mondo iniziò nuovamente a sognare e sperare ad un ritorno alla normalità, ma non era finita, lo abbiamo scoperto poco dopo.
Problemi di fornitura, piani di vaccinazione non efficaci, le nuove varianti, nuove restrizioni.
Oggi siamo sicuramente più preparati, ma siamo nuovamente nell’incertezza più totale di cosa succederà domani, tra un mese, tra due …
Dobbiamo però essere forti ed ottimisti, lavorare insieme per uscirne il prima possibile, consapevoli che la strada sarà lunga e non facile per nessuno, ma neanche per il virus!