L”ostruzionismo” mette a rischio il salvataggio di Norwegian
Nella vicenda Norwegian all’alta corte irlandese, sta accadendo qualcosa di preoccupante ma altrettanto normale nel mondo della finanza.
Ma ogni ritardo in più per la chiusura della procedura, danneggia sia Norwegian, ma anche i numerosi creditori, il rischio è il “naufragio“.
Sono passati circa 80 giorni dall’inizio della protezione fallimentare, inizialmente sembrava che tutto stesse procedendo senza intoppi, ma come vi dicevo in questo articolo, a quanto pare a diversi ed importanti creditori, alcuni di essi a loro volta sotto protezione fallimentare di altri stati, stanno prendendo tempo.
Mentre alcuni creditori hanno chiaramente posto al tribunale la loro obiezione alla richiesta di Norwegian di restituire 38 aeromobili, altri hanno chiesto solo più tempo.
Il giudice ha concesso pochi giorni, per arrivare al 15 febbraio, quando il giudice prendera’ una decisione.
A quanto sembra però Norwegian vuole anche dismettere alcuni aeromobili che non sono attualmente noleggiati dalle società irlandesi di Norwegian sotto la protezione fallimentare.
Il gruppo dei creditori che hanno espresso il loro dissenso, comprende anche le società di leasing Aercap e BOC Aviation, che avevano accettato il primo piano di salvataggio e hanno convertito i loro crediti in azioni, azioni che attualmente però non hanno più, vendute principalmente a piccoli azionisti svedesi e norvegesi.
Non hanno quindi più un interesse legato alla loro partecipazioni azionaria e vorranno quindi ottenere il massimo e non hanno alcun scrupolo ad alzare muri che però danneggiano Norwegian, mettendo a rischio l’intero piano di salvataggio.
Sappiamo anche che la società cinese ICBC, chiede più tempo, anche Rolls Royce e Airbus però non sono soddisfatti di come si sta procedendo.
A questo punto il problema è uno dei classici problemi che noi italiani conosciamo molto bene, l'”ostruzionismo“,anche se il giudice potrebbe approvare il piano nonostante le società di leasing e gli altri creditori continuino a protestare e non saranno d’accordo, ma trascinare per un tempo non definito la questione è pericoloso.
Un rappresentante legale di Norwegia, Brian Kennedy ha sostenuto al giudice irlandese Michael Quinn che il processo potrebbe rischiare di “andare alla deriva“, “Devo sottolineare l’importanza per tutte le parti che l’azienda esca viva da questo processo. Il tempo ora è denaro “
Anche il giudice in una precedente udienza era stato molto chiaro su questo concetto: “Siamo preoccupati per i grandi ritardi. Ciò potrebbe compromettere i tentativi dell’azienda di raccogliere nuovo capitale.”
Il giudice sta comunque dettando tempi certi e si spera di concludere entro la fine di febbraio.