Alitalia: Bruxelles ribadisce, serve una “vera” gara aperta
Un vero e proprio ultimatum quello di Bruxelles di cui se ne è parlato poco vista la crisi politica italiana.
La Commissione Europea impone ad Alitalia una gara vera, a prezzi di mercato, aperta alla concorrenza e che comprenda slot ed aerei, affinché la vecchia Alitalia ceda i propri asset, la commissione ha ritardato volutamente qualsiasi decisione in attesa del nuovo governo, non solo per questioni meramente pratiche ed operative, ma anche politiche.
Il dato è emerso il 5 febbraio ben 10 giorni fa, poco diffuso per via delle maratone di Mentana, che ci hanno tenuto compagnia per più di una settimana e devo dire che ora si sente il vuoto nel palinsesto televisivo, non me ne vorrà Enrico, anche perché non ne ho persa una.
La “romanzina“, perchè chiamarla diversamente non sarebbe corretto, visto che era chiaro fin dall’inizio che doveva essere seguita questa strada, ecco perchè in un altro articolo, ho parlato di “pasticcio” è stata fatta nel corso di una riunione virtuale tra il commissario di Alitalia in amministrazione controllata (la badco) Leogrande e i vertici dell’Antitrust europeo guidato da Margrethe Vestager, è sempre stato chiaro ed è stato ribadito che, l’impegno ad una vera competizione di mercato per acquistare i beni del vettore, viene considerato fondamentale per poter arrivare ad un via libera alla nascita di Ita.
La Commissione Europea ha anche ritardato la condanna all’Italia per decretare che almeno 900 milioni del prestito ponte da 1,3 miliardi concesso alla vecchia Az.
Lo ha fatto per la crisi del governo in Italia, lasciando la patata bollente al nuovo governo e quindi a Draghi, che conosce molto bene questi aspetti e saprà sicuramente come fare e cosa sarà meglio fare negli interessi del paese non di Alitalia, un dettaglio di non poco conto.
Bruxelles ora non può più rinviare a lungo la condanna, congelata da mesi, c’è solo un modo per concedere un nuova dilazione, una nuova gara aperta a tutti, determinata solo dalle offerte economiche, su tutti gli asset, dagli slot agli aerei. Ipotesi che Leogrande di fronte agli interlocutori Ue non ha escluso, non poteva escluderlo, visto che appare l’unico modo di salvare la nascita della nuova compagnia.
Questo slittamento non potrà quindi che ritardare la partenza di ITA, bisognerà anche trovare il modo per giustificare a Bruxelles i 3 miliardi pubblici per la nuova società, infine, con una gara chi sarà interessato agli assett di Alitalia? La nuova Ita continuerà ad esistere ?