Il “pasticcio delle date” nella road map di Johnson
Se da un lato tutti noi vorremmo sapere quando potremmo tornare a vivere la “normalità” e tra le molte cose che torneremo a fare, ricominceremo a viaggiare, non possiamo non “fare i conti” con i dati della pandemia.
Il governo di Boris Johnson ha fatto una scelta precisa per quanto riguarda le restrizioni Covid, in particolare ha scelto, pressato dall’opinione pubblica e dalle grandi aziende, tra cui i vettori aerei, di illustrare il 22 febbraio scorso una road map, con un programma graduale per l’uscita dalle restrizioni, con delle date indicative.
Un messaggio accolto molto positivamente dai britannici, ma considerando che la situazione non può essere vista solo all’interno dei confini UK, non ci permette al momento di rilasciare previsioni attendibili, vedi la questione vaccini.
La reazione immediata degli inglesi è stata quella di iniziare a programmare subito le proprie vacanze, sapendo che i viaggi internazionali sarebbero stati possibili “non prima“ del 17 maggio.
Johnson nell’illustrare la road map, più volte durante il suo discorso alla camera dei comuni, ha voluto porre l’attenzione su due dettagli molto importanti che influiscono sulle date da lui esposte.
Non prima di.
Ogni data è preceduta da “non prima di”, questo perchè il passaggio da ciascuna delle 4 fasi alla successiva, presuppone che siano soddisfatti 4 requisiti.
Tali requisiti sono strettamente legati dall’andamento della vaccinazione ed anche dall’andamento della pandemia, nel Regno Unito e al di fuori del Regno Unito, per quanto riguarda specificatamente la riapertura ai viaggi all’estero.
Prima i dati, poi le date.
Il primo ministro è stato chiaro su questo punto, le date vengono dopo i dati della pandemia, ovvero ogni data che verrà confermata per allentare o stringere le restrizioni Covid, sarà decisa in seguito ad un analisi dei dati.
I dati come è giusto che sia, continueranno a indicare quando e come si potranno allentare tali restrizioni.
Boom di prenotazioni.
Come era prevedibile, un messaggio come quello del primo ministro, non poteva che riaccendere non una speranza, ma dopo un anno di Covid, quasi un illusione, che ha spinto i britannici alla corsa alle prenotazioni.
E’ come se per un attimo si siano dimenticati delle reali dinamiche di una pandemia, come se non abbiano voluto leggere i due punti che vi ho appena descritto, intorno ai quali è stata stilato il “programma” di uscita dalle restrizioni covid in UK.
“Non prima di” e “prima i dati e poi le date” indicano che la lettura del piano e le date deve essere fatta con molta cautela e le date non considerate come date certe.
UK: sconsigliato prenotare viaggi questa estate.
Diversi esponenti del governo, tra cui anche il primo ministro, forse anche perché si sono accorti delle conseguenze, che erano del tutto prevedibili, si sono subito affrettati a sconsigliare ai britannici di prenotare vacanze per la prossima estate, “è ancora presto“ dicevano e continuano a ripetere durante le interviste, ma ormai era troppo tardi, il giorno stesso della presentazione della road map, i siti delle compagnie aeree e dei tour operator, sono stati presi d’assalto con un incremento delle prenotazioni per la S21.
La legge che pone una sanzione di 5.000 sterline sarà in vigore fino al 30 giugno 2021.
Ovviamente qualora sarà possibile viaggiare all’estero dal Regno Unito, prima di tale data, la sanzione non sarà applicata a partire da quel momento.
Nel frattempo le compagnie aeree sono state costrette a fare un passo indietro, illuse anche loro a febbraio che la prossima estate sarebbe stata sicuramente una forte estate, questo non è ancora escluso, ma i dati indicano che non è possibile al momento fare previsioni, la cautela è ancora d’obbligo.
Quindi penso che sia normale chiedersi se è davvero possibile e non è controproducente programmare con delle date con così largo anticipo, l’allentamento delle restrizioni, in un certo senso illudendo anche i cittadini, che ricordo essere psicologicamente provati, vi sono dei rischi che non possono non essere considerati, anche in termini di ordine pubblico.
La speranza non e’ l’illusione.
Sicuramente il piano vaccinale del Regno Unito è da imitare, le 30 milioni di dosi di Astra Zeneca ad Anagni saranno utili a questo scopo, altro forse è meglio evitare.
Da un lato non è neanche giustificato il pressing di diversi settori su date, che hanno costretto Johnson alla road map, è comprensibile la preoccupazione, è necessario un adeguato supporto ai cittadini e alle aziende sane che devono sopravvivere, ma non sono mai stato favorevole ad una politica delle illusioni.
Le linee guida sono indispensabili per compiere passi avanti non appena la situazione epidemiologica lo consente (le linee guida non sono una road map), non appena gli esperti e non la politica, che però deve assumersi la responsabilità di una parte del rischio “calcolato” prendendo decisioni anche “scomode” che però in questo contesto più di altri, dovranno essere legate ai numeri e non dalla propaganda o dal pressing dell’opinione pubblica.