Aviation

Gli europei green, ma poco e mal informati

Secondo un sondaggio commissionato dalla BEI, la Banca Europea per gli Investimenti, una volta eliminate le restrizioni, la maggior parte degli europei afferma di voler mangiare meno carne e volare meno frequentemente per combattere il cambiamento climatico.

Dei 27.700 intervistati nei 27 paesi dell’UE, il 74% degli intervistati ha dichiarato di voler volare meno frequentemente per motivi ambientali, una volta che le restrizioni COVID-19 saranno rimosse. 

Lo scenario che stiamo vivendo che è sicuramente una situazione di “non normalità” può anche non rendere attendibili questo tipo di sondaggio, l’opinione degli intervistati potrebbe essere influenzata da fattori esterni, siamo psicologicamente tutti provati.

E’ anche influenzata dalla mancanza di informazioni, quelle diffuse sono spesso non corrette, di parte e incomplete.

Una su tutte, il reale impatto dell’aviazione a livello globale e l’attuale livello tecnologico e le ricerche in corso nel campo dell’aviazione.

L’aviazione spesso viene considerata una delle fonti più importanti dell’inquinamento, ma sappiamo benissimo che non è così ed è necessario fare delle precisazioni, il settore è così ampio e diversificato che è necessario un approfondimento di cui potrebbe risultare complessa la sua divulgazione, verso chi non ha le giuste competenze in questo campo, verso chi non conosce l’aviazione.

In questi anni, nei prossimi anni, sono state ridotte notevolmente le emissioni e verranno ridotte ulteriormente, grazie agli investimenti in nuove tecnologie e carburanti più sostenibili dei produttori di aeromobili e motori e grazie anche all’impegno delle compagnie aeree che hanno loro stessi l’obbiettivo di ridurre i costi e quindi il consumo di carburante ed efficentare le operazioni di volo, anche con aerei più grandi di quelli attuali.

Le tre maggiori compagnie low cost europee, Ryanair, Wizz Air e easyJet ad esempio nel rimodernare la loro flotta ed ampliarla hanno scelto di acquistare aeromobili leggermente più grandi, ma soprattutto più efficienti in termini di consumi ed emissioni.

In questo modo potrebbero potenzialmente ridurrre il numero di voli, trasportando lo stesso numero di persone, anche se al momento non è questo l’obbiettivo, perchè nei prossimi anni penso che sia irrealistico che le persone voleranno meno, sempre se, che come in Francia non venga imposto per legge.

Troppa propaganda, poca formazione e conoscenza.

I temi ambientalistici non dovrebbero seguire l’onda della propaganda, ma della vera informazione e “formazione, l’informazione deve infatti formare il cittadino, dando le basi per comprendere quale sia l’attuale situazione, in questo caso dell’aviazione, i progressi fatti, gli investimenti e le ricerche in atto.

Chi si limita semplicemente a dire che l’aviazione inquina, da un informazione incompleta e quindi non del tutto corretta.

D’altro canto è giusta e condivisibile la politica dell’UE e degli stati membri, che stanno elaborando un importante pacchetto di nuove politiche per ridurre l’inquinamento, comprese misure come la ristrutturazione degli edifici per utilizzare meno energia, costringendo le case automobilistiche a rispettare standard di emissioni più severi e imponendo costi di carbonio più elevati alle fabbriche.

Bruxelles mira anche ad aiutare i consumatori a fare scelte sostenibili. L’UE mira ad avere 3 milioni di punti di ricarica per auto elettriche pubbliche entro il 2030. Quest’anno entrerà in vigore il divieto di cannucce e posate di plastica monouso.

I cittadini sentono gli impatti del cambiamento climatico e vogliono che la crisi climatica venga affrontata con un’azione senza precedenti”, ha affermato il vicepresidente della BEI Ambroise Fayolle. La BEI, il braccio di prestito dell’UE, potrebbe aiutare le persone ad adottare abitudini rispettose dell’ambiente finanziando energia pulita e trasporti a basse emissioni di carbonio, ha affermato Fayolle.