Alitalia

Sindacati non accettano gli esuberi Alitalia, ma ci sono

I sindacati si oppongono al licenziamento di circa 5000 persone, premetto che nessuno è felice di farlo, ma siamo tutti consapevoli che in Alitalia gli esuberi ci sono e sono migliaia.

La colpa, lo sappiamo tutti, è prima di tutto degli amministratori che negli anni sono stati al comando e della politica, non dei lavoratori, ma questo ora è un dettaglio, perché la situazione in cui ci troviamo è chiara e sotto agli occhi di tutti, solo chi non vuole vederla continua a negare l’evidenza, se il sindacato preferisce che ITA non nasca e ne vengano licenziati il doppio, se ne prendano tutta la responsabilità.

Il sindacato ricopre nel nostro sistema democratico un ruolo chiave, fondamentale per la tutela del cittadino che lavora o è in cerca di un lavoro, ma per prendere una posizione, dovrebbe avere anche un punto di vista manageriale più spiccato e raggiungere con le sue posizioni, un equilibrio tra quelle che sono le necessità, i diritti e la dignità del lavoratore e quelle che sono le esigenze dell’azienda, aggiungo che nessun datore di lavoro dovrebbe essere autorizzato a sfruttare i cavilli della burocrazia italiana o i vuoti normativi della legislazione per arricchire se stesso a danno dei suoi dipendenti, ma questo è un altro discorso.

Non ci saranno posti di lavoro se non ci sarà un nuovo vettore, per crearlo questo dovrà essere in grado di competere, di creare profitto e di costruirsi un futuro, servono solide basi.

Giustamente però dopo l’accordo di massima con la Commissione Europea, di cui sappiamo solo i punti intorno al quale dovrà essere realizzato il piano da presentare alla UE, vogliamo tutti e su questo i sindacati fanno bene ad insistere, conoscere i dettagli del piano, poterlo leggere e studiare, capire se questo è l’ennesimo gioco per salvare “il carrozzone di stato” o è davvero un piano in grado di rilanciare la compagnia.

Chi non è in grado di instaurare un dialogo costruttivo per contribuire a far nascere un nuovo vettore nazionale che sia in grado di mettere la parole fine a oltre 20 anni di scandali e sprechi, ma soprattutto mettere le basi per mantenere una parte dei posti di lavoro della vecchia Alitalia e nei prossimi anni creare altro lavoro, è meglio che si faccia da parte.

Se non sarà possibile far nascere un nuovo vettore in grado di sostenersi da solo, far volare alto il nome dell’Italia nel mondo, creare lavoro e connettività insieme ai vettori che in questi ultimi 20 anni hanno permesso all’Italia di volare, l’Italia può farne anche a meno, 3 miliardi di euro possono essere utili al welfare nazionale e utilizzati per qualcosa che può davvero essere utile all’Italia.