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Greenpass, una delle soluzione per la ripartenza

Il Greenpass è uno degli strumenti grazie al quale l’Europa e l’Italia potrà continuare questa ripartenza in sicurezza, costituzionale e quindi possibile limitare (in parte) la libertà di chi ha scelto di non vaccinarsi, per darla a chi ha scelto di vaccinarsi e quindi riduce al minimo il rischio di contagio.

Chi non si vaccina è chiaramente più a rischio di contrarre il virus e quindi causa un maggior rischio di contagio, se la costituzione garantisce il diritto alla cura, garantisce anche la salute come interesse della collettività. Ciò consente l’imposizione di un trattamento sanitario se diretto “non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri“, come ha stabilito la Corte costituzionale nel 2018.

Lo possiamo utilizzare anche in aviazione, le singole compagnie aeree possono imporlo anche senza la necessità di un intervento dello stato.

In Italia come al solito le inutili e sterili “beghe politiche” pongono alcune parti politiche in opposizione nell’utilizzo del greenpass per gli accessi al ristorante o per i viaggi a lunga percorrenza ad esempio, ma ripeto che chi ha scelto di non vaccinarsi deve accettare anche le conseguenze della scelta fatta, nel caso in cui i sanitari e gli esperti vedono nelle persone non vaccinate un “rischio” per gli altri nell’utilizzo di un servizio o nell’accesso ad un locale pubblico, è corretto che la loro libertà per l’utilizzo di “servizi non essenziali” venga limitata, la loro è una libera scelta, non un obbligo di non vaccinarsi.

Se è possibile far ripartire determinate attività e servizi, garantendo la sicurezza sanitaria nel caso in cui gli utilizzatori ed i clienti siano vaccinati e quindi in possesso di greenpass, non vedo il motivo per cui, per non limitarne l’uso a chi a scelto di non vaccinarsi, queste attività e servizi debbano ancora essere limitati o ancora peggio chiusi.

Ovviamente io non posso dire quali servizi ed attività, possono dirlo il CTS, i virologi, gli epidemiologici, ovveri chi ha le competenze, non un giornalista qualunque, un economista, un CEO di una compagnia aerea o di un aeroporto, un cittadino qualunque, un politico qualunque, quest’ultimo però deve e può prendere delle decisioni, per garantire che il nostro paese non si fermi ancora una volta o rallenti la ripresa.