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Grandi navi a Venezia, tutto fermo centinaia senza lavoro

Il comunicato della cooperativa Portabagagli del Porto di Venezia non lascia spazio a interpretazioni.

I lavoratori chiedono che si faccia presto, per tornare a lavorare e per la loro “dignità”.

Il lavoro non può essere sostituito dagli ammortizzatori sociali, cari
Ministri, la dignità del lavoro è un’altra cosa. “

Il comunicato:

“Il 12 luglio 2021 i telegiornali nazionali nel dare la notizia del consiglio dei ministri, che ha di fatto sancito il divieto del passaggio delle navi per il Canale della Giudecca, parlavano di spostamento immediato delle due navi allora operative a Marghera e, i più
ottimistici, addirittura di 5 ormeggi già da agosto. La realtà dei fatti è che il decreto in questione ha chiuso il terminal crociere e lasciato gli operatori senza lavoro e senza alcuna prospettiva. Il lavoro non può essere sostituito dagli ammortizzatori sociali, cari
Ministri, la dignità del lavoro è un’altra cosa. Ci appelliamo al commissario perché
riponiamo su di lui tutte le nostre speranze perché vengano presto individuati i 5 ormeggi promessi dal decreto e ci venga data la possibilità di ritornare a lavorare. Non possiamo permetterci di perdere la crocieristica, siamo e saremo sempre di più al fianco del commissario straordinario per reinventare la crocieristica, e da domani daremo avvio ad un presidio pacifico e silenzioso fuori dalla sede di Autorità Portuale per ricordare al Governo italiano e a tutte le istituzioni di non dimenticarsi dei lavoratori della crocieristica che hanno aspettato per più di sedici mesi di ritornare al lavoro e, poco dopo la ripresa delle attività, hanno visto le loro speranze uccise da un decreto folle e senza una visione precisa. Adesso quella visione va creata, giorno dopo giorno, con determinazione, spirito di sacrificio e di collaborazione, ma senza perdere altro tempo. Dal 12 luglio 2021 sono già passati 41 giorni, domani saranno 42. Fate presto (l’Unesco poteva aspettare) il lavoro no”.