Si manifesta per Alitalia, non si aiuta il settore
Il contratto nazionale per il personale di volo siglato dai sindacati nel 2014, sembra essere il vero problema, si colpevolizza una o l’altra compagnia, si è tanto elogiato l’art.203 del DL rilancio del 2020, ma forse ci si è dimenticati di guardare le tabelle del CCNL e di discutere dei veri problemi della normativa vigente che regola il settore.
Non si è mai abbastanza parlato di questo, si è sempre parlato di altro, colpevolizzando compagnie come Ryanair e Volotea in primis, ora anche Wizz Air, di fare dumping sulle retribuzioni, ma in Italia si parla ancora solo di Alitalia, non della normativa attualmente in vigore, non dei veri problemi che coinvolgono tutti i dipendenti del settore.
Molto spesso anche con una certa “ignoranza”, mancanza di coerenza e falsi luoghi comuni, come nel caso di Ryanair, solo per fare un esempio.
Apro e chiudo una piccola parentesi, in questo articolo non voglio parlare di Alitalia, ma son sicuro che anche nei commenti, si parlerà quasi solo di “lei“.
Consultando le tabelle del CCNL che potete trovare a questo link, si scopre che lottare o manifestare per i dipendenti Alitalia, non aiuta il settore, bisogna lottare per il rinnovo di quel contratto con l’adeguamento dei minimi e per normare adeguatamente l’intero settore e visto che il sindacato sarà coinvolto, non solo il settore aereo, perché è la normativa del lavoro in Italia che deve essere riformata in alcune sue parti.
Utilizzando i dati delle tabelle del CCNL, nel caso di un assistente di volo con anzianità 0, partendo da una base più IVG (indennità di volo garantita che corrisponde a 30 ore minime), si aggiunge l’IVO (indennità di volo oraria), quindi supponiamo di calcolare la retribuzione minima per un assistente di volo con anzianità 0 che vola 60 ore: 548,19 + 191,02 (tot.739,21) + (7,28×10)1 + (14,56×20)2 = 1103,61 euro
In base quindi alla normativa vigente, un Assistente di Volo new entrant, che vola 60 ore in un mese, nel caso in cui la compagnia segua i minimi previsti dal CCNL avrà una retribuzione lorda di 1.103,61€.
Per un pilota invece, con un calcolo simile, utilizzando i dati delle tabelle per i piloti, con 60 ore di volo : 1075,99 + 1642,69 + (35,22×20) + (70,43×10) = 4.127,38€
Come potete vedere quindi è palese che per il dumping non sono le compagnie aeree ad essere cattive, ma anche applicando il CCNL il problema persiste.
Attaccare un vettore che si allinea a queste cifre, non ha alcun senso, possiamo esprimere una nostra opinione, ma non sempre possiamo colpevolizzarlo.
Piuttosto come ho sempre sostenuto, il sindacato dovrebbe bussare alla porta dei ministeri competenti per un adeguamento del contratto e della normativa, se lo stanno facendo, stanno sbagliando il modo di comunicare il loro operato, perché si parla sempre e solo di Alitalia … ovunque.
Un adeguamento dei minimi che tenga conto del costo della vita e anche delle necessità delle compagnie aeree alle quali deve essere garantito, compatibilmente con i diritti dei lavoratori, la possibilità di garantire tariffe accessibili a tutti e concorrenza, ovvero di poter operare in un mercato libero.
Nell’adeguamento poi dobbiamo sempre ricordare che in Italia un addetto vendita quarto livello che lavora non 60-70-80 ore al mese ma 160 prende uno stipendi mensile, facendosi il mazzo, lavorando su turni anche notturni di circa 1290 euro al mese, certo qualcuno potrebbe dire che vi sono meno responsabilità rispetto ad un assistente di volo, ma non può essere una scusa per creare un “elite“, concludendo su questo aspetto, devono essere concordati dei minimi e dei parametri equi.
L’art 203 del decreto legge rilancio del 2020, accolto favorevolmente dai sindacati e dai lavoratori, con questo CCNL ha un effetto minimo, se non addirittura alcun effetto sulle retribuzioni attuali, ci sarà ancora un gap elevato tra le retribuzioni, ora facciamo i nomi, perchè è giusto farlo: tra easyJet e compagnie come Ryanair, Volotea e Wizz Air, sicuramente per quanto riguarda gli assistenti di volo, mentre meno per i piloti.
L’Art. 203 Trattamento economico minimo per il personale del trasporto aereo del DECRETO-LEGGE 19 maggio 2020, n. 34, in merito a “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonche’ di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19“. (20G00052) (GU Serie Generale n.128 del 19-05-2020 – Suppl. Ordinario n. 21) prevede che: “I vettori aerei e le imprese che operano e impiegano personale sul territorio italiano e che sono assoggettati a concessioni, autorizzazioni o certificazioni previste dalla normativa Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) o dalla normativa nazionale nonche’ alla vigilanza dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (ENAC) secondo le vigenti disposizioni, applicano ai propri dipendenti, con base di servizio in Italia ai sensi del regolamento (UE) n. 965/2012 della Commissione, del 5 ottobre 2012, trattamenti retributivi comunque non inferiori a quelli minimi stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale del settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente piu’ rappresentative a livello nazionale.”
L’unico obbligo per i vettori è “applicare ai propri dipendenti, trattamenti retributivi comunque non inferiori a quelli minimi stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale del settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente piu’ rappresentative a livello nazionale.“
Possono quindi aderire o non aderire al CCNL, un azienda in Italia è obbligata ad aderire ad un CCNL solo nel caso in cui è iscritta ad un associazione di categoria che ha un suo contratto, altrimenti possono stipulare un loro contratto o utilizzare un regolamento aziendale, come vuol fare ITA, questo è legale.
La questione Alitalia, sta ancora una volta mettendo in ombra i veri problemi del trasporto aereo in Italia.
Problemi che non sono solo legati alle retribuzioni, ma anche ad altri aspetti fondamentali che regolano i rapporti di lavoro, problemi presenti anche in altri settori.
Se il sindacato e i media continueranno a parlare solo di Alitalia, il vero problema non verrà mai affrontato e risolto.
Il problema Alitalia, non è il problema del trasposto aereo in Italia, anche se ITA sta facendo venire a galla, ma ripeto succede da sempre in Italia anche per altri settori, quanto la normativa vigente sia obsoleta e necessiti di urgenti interventi normativi.
1 euro per ogni ora di volo fino alla quarantesima: 7,28 , le prime 30 ore sono incluse nella voce IVG
2 dalla quarantesima ora alla sessantesima sono 14,56 euro x 20 ore