In attesa dell’idrogeno, necessario investire sul SAF
L’idrogeno al momento può essere la tecnologia del futuro, ma oggi è già possibile ridurre le emissioni del trasporto aereo dell’80%, utilizzando Carburante per aviazione sostenibile, Sustainable Aviation Fuel (SAF), è necessario essere più concreti e meno “sognatori“.
Non è necessaria alcuna modifica all’infrastruttura di approvvigionamento e distribuzione negli aeroporti e la maggior parte dei motori attualmente installati negli aerei in uso, sono compatibili e certificati per utilizzare al 100% SAF o una miscela di SAF, potenzialmente quindi è possibile ridurre fino all’80% le emissioni di gas inquinanti, già da ora, ma il problema rimane la produzione, non la tecnologia ma gli impianti che sono da realizzare.
Questo sarà sicuramente un argomento della COP26 che si svolgerà a Glasgow, in occasione della Climate Change Conference, diverse compagnie aeree hanno avviato alcune iniziative per mettere in luce quanto sia possibile, già da oggi, utilizzando SAF, ridurre drasticamente l’impronta di carbonio del settore dell’aviazione, per ora sono solo iniziative che puntano soprattutto all’immagine di sostenibilità delle compagnie aeree, ma dimostrano quanto il “piano SAF” sia realistico e attuale.
Immaginare un aviazione totalmente elettrica o ad idrogeno, come si suol dire “fa figo” ed ha un ritorno di immagine considerevole, ma rispetto al SAF è una tecnologia più lontana, per cui sono necessari ancora investimenti in ricerca e sviluppo, mentre il SAF come tecnologia è già matura e può essere ulteriormente sviluppata.
Il dato dell’80% di riduzione delle emissioni di gas nocivi per l’ambiente, utilizzando gli aerei attualmente in volo, solo utilizzando carburante per aviazione sostenibile, deve essere più largamente diffuso in quanto un dato concreto, anche al fine di smentire quanti additano l’aviazione di inquinare il mondo, come se le emissioni del settore siano le uniche, invece sono appena il 3% circa del totale.
Attualmente il SAF ha due problemi, l’alto costo e la bassa produzione, ovviamente la produzione su larga scala, abbatte il costo di produzione e lo potrebbe rendere competitivo con il cherosene per aviazione.
La produzione di SAF può avvenire in diversi modi, tutti potenzialmente ad emissione zero se si utilizza energia rinnovabile.
Bisogna però realizzare gli impianti ed unire le forze di compagnie aeree e governi per investire nella progettazione e costruzione di impianti, distribuiti in Europa e nel mondo, per rendere disponibile il SAF in quantità importanti, prioritariamente negli aeroporti principali.
In Italia, ENI ed Aeroporti di Roma.
“La nostra Eni” è una delle multinazionali del settore energetico più importante al mondo, Eni ha in questo ultimo decennio almeno, investito in ricerca e sviluppo per la produzione su larga scala di carburanti da fonti rinnovabili e a ridotto impatto ambientale, concretizzando gli sforzi nelle bio-raffinerie Eni di Gela e Marghera.
Eni è stata anche precursore nel mondo, a Marghera ha realizzato la prima conversione di una raffineria tradizionale al mondo diventata “bio”
Dal 2014, sono stati trattati e convertiti circa 360.000 tonnellate di materia prima di origine biologica all’anno. Dal 2024, grazie a un ulteriore upgrade dell’impianto, ENI prevede di potenziare la capacità di lavorazione a 560.000 tonnellate all’anno, con una sempre maggiore quota derivante da scarti della produzione alimentare, come oli usati, grassi animali e altri sottoprodotti avanzati.
A quel punto, la bioraffineria di Marghera produrrà 420.000 tonnellate all’anno di biocarburante HVO (Hydrotreated Vegetable Oil). A rendere possibile questo processo è la tecnologia proprietaria Ecofining™ che, data la sua grande flessibilità, consente di trattare diversi tipi di cariche.
Eni ha prodotto a Taranto, il carburante per aviazione sostenibile, che è stato utilizzato per la prima volta a Roma Fiumicino con il decollo del primo volo di ITA airways.
I piani di Eni, con Eni Biojet, l’Italia è ancora una volta ai primi posti, forse al primo.
Inizialmente, il SAF viene prodotto presso la raffineria Eni di Taranto, con una quota dello 0,5% di UCO (oli da cucina usati), contribuendo alla quota del 2% di componente bio proposto nell’ambito del pacchetto UE “Fit For 55”. Questo è un primo passo e fa parte dell’impegno di Eni per la decarbonizzazione di tutti i suoi prodotti e processi entro il 2050 per tutti i settori, inclusi alcuni dei più impegnativi come l’aviazione, i veicoli pesanti e il settore marittimo.
Il SAF della raffineria di Taranto è attualmente prodotto attraverso un processo di co-alimentazione UCO 0,5% per impianti convenzionali. Secondo la Direttiva sulle energie rinnovabili II, la quota di bio nel prodotto consente in genere una riduzione di oltre il 90% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto alle materie prime miste fossili standard.
La produzione di SAF di Eni continuerà a crescere con l’avvio della produzione di oltre 10mila tonnellate/anno di SAF presso la raffineria Eni di Livorno all’inizio del 2022, attraverso la distillazione di biocomponenti prodotti nelle bioraffinerie Eni di Gela e Marghera utilizzando la tecnologia proprietaria Ecofining™ di Eni.
Le materie prime utilizzate saranno esclusivamente prodotti di scarto come UCO o grassi. Questo prodotto, denominato “Eni Biojet“, contiene il 100% di componente biogenica e può essere combinato con il carburante convenzionale in una miscela fino al 50%.
La crescita proseguirà con l’avvio, nel 2024, della produzione “Eni Biojet” presso la bioraffineria di Gela, dove è già in corso un progetto per l’introduzione di ulteriori 150mila tonnellate/anno di SAF da materie prime rinnovabili al 100%, in grado di soddisfare il potenziale obbligo del mercato italiano entro il 2025.
In Europa e Regno Unito.
Il Gruppo Air France KLM si sta impegnando in un programma che coinvolge anche le imprese, il programma SAF (Sustainable Aviation Fuel) lanciato da Air France-KLM propone alle aziende di svolgere un ruolo attivo nel futuro dei viaggi sostenibili, attraverso questo programma infatti i clienti corporate di Air France e KLM, dopo aver stimato le emissioni di CO₂associate ai loro viaggi, possono determinare il contributo annuale che desiderano apportare a tale programma e quindi da destinare all’acquisto di SAF, nel contempo il gruppo dallo scorso anno si si è impegnata con i leader aziendali per sostenere 6 nuovi programmi di produzione in Europa, incluso il cherosene sintetico prodotto in modo sostenibile, tra cui il primo nato da un accordo del 2019, quando KLM Royal Dutch Airlines si è impegnata per i prossimi 10 anni per sviluppare ed acquistare 75.000 tonnellate all’anno di carburante sostenibile, per la costruzione con SkyNRG, leader del mercato globale per il carburante sostenibile per l’aviazione (SAF), del primo impianto europeo dedicato alla produzione di SAF a Delfzijl in Olanda., l’impianto di produzione sarà specializzato nella produzione di SAF, bioLPG e nafta, utilizzando principalmente rifiuti locali e flussi di residui come materia prima.
Anche Lufthansa, come partner di atmosfair e cliente pilota del primo impianto di produzione al mondo di carburanti per aviazione power-to-liquid a Emsland, in Germania, acquisterà da questo impianto almeno 25.000 litri di carburante ogni anno, per almeno 5 anni, Lufthansa Cargo e Kuehne+Nagel sono tra i primi clienti, sempre Lufthanso Cargo è stata la prima ad effettuare un volo cargo alimentato al 100% da SAF a novembre dello scorso anno.
L’impianto di Emsland produce SAF con la tecnologia power-to-liquid, considerata una tecnologia chiave per il volo a emissioni zero, si può produrre carburante sintetico per aerei da acqua, CO2 ed elettricità rinnovabile (power-to-liquid = PtL).
Anche nel Regno Unito, con British Airways e lo stesso impegno del governo si sta investendo per la produzione di SAF e la catena di approvvigionamento, British Airways alimenterà i voli futuri con carburante per aviazione sostenibile prodotto da etanolo proveniente da fonti sostenibili, come parte di una partnership con LanzaJet, British Airways investirà inizialmente nel primo impianto di Freedom Pines Fuels su scala commerciale di LanzaJet in Georgia, USA e acquisterà SAF prodotto dall’impianto, sempre LanzaJet si occuperà di progettare un impianto anche nel Regno Unito.
Nel frattempo in occasione della COP26 a Glasgow, British Airways ha operato il suo primo volo con SAF, Il volo British Airways BA1476 da Londra Heathrow all’aeroporto di Glasgow del 15 settembre.
L’impegno di British Airways per il SAF è parte del suo programma BA Better World, il nuovo programma di sostenibilità lanciato dalla compagnia nel settembre 2021.
Le produzioni già attive
Diversi i produttori nel mondo che stanno producendo SAF, tra cui come prima ho anticipato Eni, ma anche (le principali):
bp aviation, che ha sviluppato insieme a Johnson Matthey hanno sviluppato una tecnologia Fisher-Tropsch semplice da utilizzare e conveniente che può operare sia su larga che su piccola scala per convertire economicamente il gas di sintesi, generato da fonti come i rifiuti solidi urbani e altre biomasse rinnovabili, in idrocarburi a catena adatti alla produzione di SAF.
Total che ha iniziato a produrre carburante per aviazione sostenibile (SAF) presso la sua bioraffineria di La Mède nel sud della Francia e il suo stabilimento di Oudalle vicino a Le Havre. Il carburante per biojet, ottenuto da olio da cucina usato, sarà consegnato agli aeroporti francesi a partire dall’aprile 2021.
Neste, che ha contribuito al primo volo a Gatwick che ha utilizzato SAF con easyJet e Q8.
Shell a settembre ha annunciato di aver deciso di investire in un nuovo impianto di biocarburanti nel parco energetico e chimico di Rotterdam e collabora sia con Neste che con Word Energy che a sua volta ad ottobre 2021 ha collaborato con Boeing e Rolls-Royce per il primo volo al 100% SAF per un motore Trent 1000.