E’ ancora l’Europa ad essere un passo avanti
Mentre la curva di nuovi casi nel Regno Unito continua salire, ieri oltre 48.000 nuovi casi e 180 morti, numeri ben lontani dall’Europa, che ha attuato una politica differente, ottenendo risultati ben diversi, è ancora l’Unione Europea a voler fare un passo avanti per normalizzare il traffico aereo intra europea, che ormai viaggia a ritmi sostenuti, a differenza dei voli da/per il Regno Unito, non basterà eliminare il tampone PCR per rilanciare questa direttrice.
la percentuale di vaccinati in Europa cresce, le restrizioni sono ormai state allentate, ma rimangono quelle “essenziali” e meno impattanti sulla vita comune di tutti noi, ovviamente per chi si è vaccinato, perchè il vaccino ed una politica responsabile, ha permesso all’Europa di ripartire mantenendo sotto controllo la pandemia.
E’ stato riaperto ormai tutto, per ogni contesto uno specifico protocollo di sicurezza per prevenire la diffusione del virus, ma possiamo tranquillamente affermare che siamo tornati a vivere, con la mascherina certo, ma possiamo viaggiare in Italia ed in Europa, senza limitazioni ed in completa libertà.
A conclusione del vertice di due giorni a Bruxelles, nella risoluzione finale1 i paesi membri si sono impegnati a “Alla luce dell’evoluzione della situazione epidemiologica, il Consiglio europeo chiede la prosecuzione del coordinamento volto a facilitare la libera circolazione all’interno dell’UE e i viaggi verso di essa, nonché una revisione delle due raccomandazioni del Consiglio. Incoraggia la Commissione ad accelerare i lavori riguardanti il riconoscimento reciproco dei certificati con i paesi terzi.“
Si può tornare a volare anche verso paesi extra-UE, ovviamente però valutando la situazione epidemiologica di ogni singolo stato, la situazione del Regno Unito è evidente sia tornata fuori controllo anche se Boris Johnson, dice che non ci sia “assolutamente nulla che indichi” che sia necessario un nuovo blocco, ma “tutte le misure sono sotto costante revisione”, una politica ormai nota quella del Regno Unito, che non ha bisogno di commenti, il primo ministro in merito ai casi in continua crescita che ieri hanno raggiunto oltre 48.000 nuovi casi, non nasconde che questi siano elevati, ma sono a suo parere, “pienamente in linea” con le previsioni fatte all’inizio di quest’anno.
Nel Regno Unito per, in Galles, il governo del Galles non farà promesse per evitare un nuovo lockdown anche parziale durante l’inverno, dopo aver riconosciuto che i casi attivi di Covid sono “molto, molto alti“, il Galles ha il più alto tasso di infezione delle nazioni d’origine del Regno Unito, nonostante abbia a differenza degli altri stati del regno, mantenuto l’obbligo di mascherina in alcune situazioni, nella maggior parte degli spazi al chiuso, oltre ai passaporti vaccinali per discoteche e grandi eventi.
Il ministro della Sanità del Galles Eluned Morgan ha affermato che la situazione è preoccupante, un ulteriore blocco è possibile “se vediamo che questi tassi continuano a un livello molto alto”.
Anche il sistema sanitario è preoccupato e avvisa il governo: “Con le pressioni invernali in aumento, se si arriva al punto in cui il servizio sanitario nazionale non è in grado di far fronte, sarà necessario intraprendere azioni, che potrebbero includere la reintroduzione di ulteriori restrizioni”, ha affermato Darren Hughes, direttore della Welsh NHS Confederation.
Il problema è che Boris Johnson definisce gli attuali tassi di nuove infezioni e morti “pienamente in linea”, questo è la dimostrazione che il Regno Unito non potrà per il momento rientrare in una politica comune per gli spostamenti con il green pass, come invece grazie ad una politica più omogenea dei paesi UE è stato possibile fare in Europa.
La politica inglese, un paese che ho sempre considerato parte dell’Europa risulta essere incompatibile su molti aspetti, con quella europea, a partire dai principi applicati per la pandemia di Covid-19.
La proposta della Commissione infine, manterrebbe anche l’uso del cosiddetto meccanismo di freno di emergenza da utilizzare in caso di nuove varianti di preoccupazione o focolai, ma mirerebbe a stabilire un quadro comune per quando dovrebbero essere attivate nuove restrizioni.
1 Conclusioni del Consiglio europeo, 21-22 ottobre 2021 -Il 21 e 22 ottobre 2021 il Consiglio europeo ha adottato conclusioni in materia di COVID-19, digitale, prezzi dell’energia, migrazione, commercio e relazioni esterne.