ITA airways

Altavilla, “il Berlusca” dell’aviazione italiana

Berlusconi è l’obbiettivo preferito della satira politica, Altavilla sta diventando quello preferito per la satira in aviazione, l’ultima “sparata” durante il comitato direttivo di ITA “metà dei lavoratori Fuori!”.

Il Fatto Quotidiono, che ha avuto accesso ad una registrazione del comitato direttivo che si è riunito il 1º ottobre scorso, racconta di “insulti e minacce” di Alfredo Altavilla ai dipendenti, in particolare a quelli più sindacalizzati, ma io mi chiedo… quando li hai assunti… non lo sapevi?

Le selezioni come le hai fatte? (detta così sembra che io voglia negare le assunzioni a chi è iscritto al sindacato, non fraintendetemi e’ solo per rendere bene l’idea) se i tuoi dipendenti sono quasi il 100% ex dipendenti Alitalia, era inevitabile che avresti assunto personale iscritto al sindacato e con una certa “formal mentis“.

Ora come scrive anche Peter Gomez, che racconta di insulti e parolacce del presidente di ITA, serve a ben poco, minacciare il licenziamento della metà della forza lavoro dopo i 4 mesi di prova, solo perchè colpevole di essere “Alitalia” è davvero troppo, presidente doveva svegliarsi prima.

Non so se sia corretto scrivere “a difesa di Altavilla” perché si sta ponendo in una posizione indifendibile ma parte della colpa è’ anche del sindacato.

E bene ricordare che certamente devono essere rispettati i sindacati, certamente deve essere garantita la libertà del dipendente di iscriversi ad un sindacato, è giusto infine che il sindacato sia parte della contrattazione in azienda, ma il ruolo della parti è fondamentale ed il sindacato deve cambiare registro, non può utilizzare lo stesso che usava in Alitalia.

Il sindacato deve dimostrare, come deve anche ITA, un taglio netto col passato, pur garantendo i diritti dei lavoratori, il diritto del lavoratore non è uno stipendio da “nababbi”, i diritti dei lavoratori sono ben altri, mai dimenticarlo, si è parlato troppo di stipendi, quando in Italia un padre di famiglia guadagna in media 1500 euro al mese, non 2700 come un AV, non anche oltre 10 mila euro come un pilota, capite bene che c’è un margine molto elevato su cui lavorare.

I diritti dei lavoratori, devono essere messi sullo stesso piano del diritto dell’azienda, di crescere in modo sano e in grado di sostenersi da sola, senza più nessun tipo di privilegio per i dipendenti, a partire dal management, in linea con le altre aziende del settore.

E’ anche vero che in Italia è indispensabile che il governo si interessi a livello di settore e lavorare per normarlo, in modo equilibrato, e chiaro, garantendo a tutte le compagnie aeree che operano in Italia di poterlo fare in modo sano e sostenibile, in modo che sia l’azienda che il lavoratore possano avere dei margini positivi.

Il dialogo non potrà mai esserci però, finchè il sindacato non sarà disponibile a mettere in discussione il passato, iniziando a ragionare con una logica diversa, ovvero aziendale, deve essere trovato un compromesso tra le parti, questo è possibile, ma posso capire che sarà così diverso dalla storia di Alitalia che sarà difficile accettarlo.

Quindi Altavilla, seppur attendo ancora le sue scuse, ancora una volta è colpevole di utilizzareìtoni non condivisibili, ma ha ragione ad insistere su questo aspetto, non ne saprà nulla di aviazione, ma di management di esperienza ne ha da vendere.

Non voglio entrare nel merito di ogni singolo argomento in discussione, ma la mia sensazione è che il dialogo non ci potrà essere per le pretese dei sindacati, che insistono sul CCNL che veniva utilizzato da Alitalia, anche se i problemi in ITA sono anche altri, non possiamo dimenticarlo, è fondamentale che azienda e sindacato siedano ad un tavolo e non ragionino a senso unico, lo stesso vale per Altavilla, un pò più di umiltà e abbassare i toni.

Per garantire il futuro dei lavoratori, è necessario garantire un futuro ad ITA.

Per rendere competitiva ITA è necessario un contratto nuovo, neanche io sono pro regolamento, il nuovo contratto dovrà essere in grado di rendere ITA alla pari dei suoi competitor che sono anche le low cost.

L’articolo del Fatto Quotidiano.