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Il Lundgren della domenica, cambio di passo per easyJet?

Johan Lundgren , CEO di easyJet, sembra aver capito (finalmente) che la strategia fin qui adottata, non piace ne agli azionisti ne agli analisti ed ha messo la compagnia in una situazione “imbarazzante” e rischiosa nel panorama europeo.

In un intervista al Financial Times, Johan Lundgren ammette che e’ arrivato il momento di cambiare strategia e diventare più aggressivi nel mercato, peccato però che si finisce sempre per parlare di Gatwick.

Pur ricordando che l’incertezza regna sovrana, aggiungo io… soprattutto nel Regno Unito per il settore aereo e del turismo inglese sia in entrata che in uscita, Lundgren prevede una capacità vicina a quella pre-pandemia, entro la prossima estate.

Si descrive, riporto le parole esatte del Financial Times: “credibile e affidabile“, sarò felice di riconoscergli queste due importanti aggettivi, quando vedrò i risultati, ma apprezzo questo cambio parziale del suo “nuovo pensiero”.

Criticando l’approccio dei suoi colleghi di Wizz Air e Ryanair, József Váradi e Michael O’Leary, ha detto: “In tempi di incertezza ci sarà sempre spazio per le grandi bocche che riempiono il vuoto di crescita con infinite aspettative a lungo termine. E questo è attraente, probabilmente, per alcune persone… da ascoltare”, beh Michael O’Leary ha dimostrato che ciò che dice …lo fa davvero e raramente sbaglia una previsione, József Váradi invece, deve ancora dimostrare davvero di essere credibile come Michael, ma solo per una questione di esperienza e di anzianità, non per altro, i risultati di Wizz Air, come gli errori, sono sotto l’occhio di tutti.

L’intervista e’ stata rilasciata prima che il governo del Regno Unito annunciasse nuove restrizioni ai viaggi, alle quali si aggiunge un test PCR obbligatorio anche per i non vaccinati prima della partenza, il risultato è come ho più volte fatto notare un isolamento del Regno Unito.

Se il titolo in borsa non ha ancora recuperato quel 50% del suo valore perso da inizio pandemia, contrariamente a Wizz Air e Ryanair, non e’ colpa solo di speculazioni di borsa, ma soprattutto per le scelte del management e delle lacune in termini di efficienza e operative che con la pandemia, sono tutte venute a galla, con la ristrutturazione della base di costo, easyJet ha, anche se non direttamente, ammesso che questi problemi non sono stati inventati ne da me, ne dagli altri analisti finanziari e di settore, ma erano una zavorra che easyJet anche in tempi non di crisi, doveva correggere.

A tutti noi ancora non è chiaro il piano della compagnia, è pieno di contraddizioni, ma anche, bisogna ammetterlo, di importanti e positive novità, in particolare sulla stagionalità, ovvero un uso maggiore delle basi stagionali (2 nuove) , che porteranno una serie di benefici, non solo una diminuzione in termini di costi, ma anche una maggiore efficenza operativa, non solo durante l’estate.

Ma Lundgren è chiaro, easyjet da ora cambierà passo, grazie alla liquidità a disposizione, diventerà più aggressiva, tuttavia, come è giusto che sia, rimane una parte della cautela di Lundgren. “La mancanza di chiarezza su dove siamo e l’incertezza, che è stata dimostrata questa settimana [con l’emergere della variante Omicron] come esempio, significa che devi anche essere realistico e capire che questo non è un breve- sprint a termine.”

La cautela, troppa, non è solo una scelta per affrontare la pandemia, è un difetto che da sempre colpisce easuJet, per ogni decisione la compagnia è sempre stata famosa di impiegare mesi o anni, quando i competitor, quella stessa decisione, la prendono in qualche settimana o pochi mesi, questa “cautela“si è trasformata in un apparente “incapacità” di reagire ad uno scenario per nulla normale, dove l’esperienza, l’agilità e la resilienza, hanno giocato un ruolo chiave, aprendo nuove rotte, nuovi basi, tutti dettagli che non erano previsti nel modello di business di easyJet, “strozzata” da eterni tempi per decisioni che in un mercato così competitivo, come anche in uno scenario normale, sono inaccettabili.

Bloccata da procedure macchinose e costose che non le hanno conferito quella flessibilità necessaria, che ora anche se molto timidamente easyJet sta dimostrando lentamente di acquisire, dopo una lunga ristrutturazione che ha coinvolto anche l’organigramma funzionale della compagnia.

easyJet ha fatto passi avanti, ma rimangono ancora dei capi saldi che la mantengono “fragile”, easyJet deve concludere quel processo che la stacca dal modello inglese e la farà diventare una compagnia a tutti gli effetti europea, un mercato che l’ha salvata durante questa pandemia e la salverà anche nei prossimi mesi di isolamento del Regno Unito.

Ora ci aspettiamo tempi più rapidi, non più mesi o anni, ma giorni e qualche settimana, alle parole, che iniziano finalmente ad essere in parte condivisibili, devono continuare a seguire i fatti, ho imparato una cosa da questa crisi, non “era” tutto oro… ciò che “luccicava“, apprezzo lo sforzo di Johan e di easyJet di cambiare, ma bisogna fare di più, lo scenario attuale è certamente ancora incerto, ma lentamente stiamo tornando ad uno scenario normale, diversamente però da quanto dichiarano in easyJet con la compagnia arancione stretta da una morsa dei competitor, con easyJet rischio di non tornare ad avere un ruolo da protagonista in Europa, non basterà arroccarsi nelle sue “roccaforti” di Gatwick e Malpensa, soprattuto a Malpensa, dove non solo ci sono slot disponibili in abbondanza, ma lo scalo è inserito nel “sistema aeroportuale lombardo” dove il primo vettore è ancora una vota Ryanair.