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La “raccomandazione” non vincolante del Green Pass in Europa

E’ di primaria importanza, un dettaglio dell’accordo che dovrebbero firmare oggi i ministri per gli affari europei, relativo all’uso del Green Pass per gli spostamenti intra-europei, si tratta ancora una volta di “raccomandazioni” “non vincolanti“.

La decisione di introdurre o meno restrizioni alla libera circolazione per tutelare la salute pubblica è di competenza degli Stati membri, questo garantisce ad ogni stato di attuare misure specifiche di ingresso, anche senza seguire una “raccomandazione” della UE, come è stato fatto fino ad oggi.

Un approccio basato sulla persona e non sull’area geografica di provenienza 

L’unica novità rilevante sono i nuovi parametri che verranno utilizzati per la mappa del rischio dell’ECDC, che ora terranno conto anche dello stato di vaccinazione.

Un approccio basato sulla persona e non sull’area geografica di provenienza per decidere eventuali restrizioni nei confronti dei viaggiatori e cambiando il modo di redigere la mappa dei contagi stilata settimanalmente dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).

L’Obiettivo è recuperare un po’ di normalità

I ministri per gli Affari europei, come anticipato da El Pais, dovrebbero quindi approvare una nuova raccomandazione che prevede che l’introduzione di restrizioni in ingresso dipenderà principalmente dallo stato del Green Pass, non più dalla provenienza.

Ma come anticipato ogni stato membro può decidere autonomamente come ha fatto fino ad oggi di applicare restrizioni di ogni tipo, fino a chiudere i confini.

Riassumendo, ciò che verrà firmato oggi, qualora rimanga solo una raccomandazione è il classico “linguaggio politichese” ma non cambierà nulla rispetto allo stato attuale, se non una mappa del rischio ECDC più precisa.

Mappa attuale (24/01/2021)

Tamponi e quarantene, ancora previsti per i non vaccinati

Secondo il documento chi non è in possesso di un certificato di vaccinazione o di guarigione e che arriva da una zona rosso scuro dovrebbe essere obbligato a sottoporsi a un test molecolare o antigenico prima della partenza e alla quarantena/autoisolamento per dieci giorni dopo l’arrivo.