Ancora meno speranze per i lessor dalla Russia
Con la legge approvata la scorsa settimana dal governo russo, il 50% degli aerei immatricolati alle bermuda o altri paesi esteri, sono stati registrati in Russia.
Il maggior numero di aeromobili noleggiati o acquistati da compagnia aeree russe, sono registrati alle bermuda, che ne ha sospeso tutti i certificati di aeronavigabilità, l’Irlanda ha preso la stessa decisione, secondo il diritto internazionale gli aeromobili non potrebbero quindi più volare, invece con la registrazione in Russia, anch’essa non consentita in quanto sono ancora registrati alle Bermuda, continuano a volare nei voli domestici, fintantoché avranno la necessità di pezzi di ricambio, che la Russia non riesce per ora a trovare, sottoposti ad embargo.
Un dato positivo però è che i locatori stranieri hanno un massimo del 10% del loro portafoglio di aerei noleggiati in Russia, quindi l’impatto sui locatori potrebbe non essere così preoccupante, nonostante il valore degli aeromobili, destinato a questo punto a crollare sia di circa 10 miliardi di dollari.
Difficile che entro il 28 marzo, data ultima entro la quale dovrebbero iniziare le restituzioni degli aerei ai locatori europei e statunitensi, tornino ai legittimi proprietari, ogni aeromobile deve essere autorizzato da un comitato del governo russo, secondo la legge approvata dal dittatore Putin, che non intende rispettare il diritto internazionale.
Gli aerei sono assicurati in caso di guerre o conflitti, ma la natura di questa guerra apre a contenziosi legali con le assicurazioni, che faranno di tutto per non pagare i premi.
E’ anche vero però che i locatori dispongono di depositi cauzionali e riserve di manutenzione, utili per compensare alcune delle loro perdite, secondo alcune fonti però ad Aeroflot, considerato prima del conflitto ucraino un vettore su cui investire, non è stato richiesto alcun deposito cauzionale.
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