Primo giorno di sciopero per easyJet in Spagna
Oggi 1 luglio 2022, sarà il primo di 9 giornate di sciopero del personale di volo di easyJet in Spagna, la compagnia non prevede grandi disagi ed è “delusa”.
Gandara, Countty Manager Spagna di easyJet, in una mail interna avvisa i dipendenti che è a rischio “la futura redditività delle nostre operazioni con sede in Spagna”, ciò che dice è in parte vero, ma è anche vero che le retribuzioni dei dipendenti easyJet in Spagna sono molto più basse dei loro colleghi in Italia, Francia e Germania, motivo per cui il sindacato USO ha indetto lo sciopero.
Gandara cita la chiusura della base di Madrid nella winter 2012/2013, MAD è stata chiusa secondo quanto la compagnia dichiarò annunciando la chiusura, che Madrid stava marginando con rendimenti inferiori a tutte le sue altre basi e a causa delle tariffe aeroportuali elevate.
“Per questo motivo, anche se dovremo sopportare un dolore a breve termine a causa dell’azione di sciopero, che senza dubbio avrà un impatto sui nostri clienti e sulle nostre operazioni nel periodo peggiore dell’anno, crediamo davvero di dover agire in modo responsabile per proteggere la metà e futuro a lungo termine della nostra azienda e delle nostre operazioni in Spagna. Essendo stato coinvolto personalmente nella chiusura della nostra base di Madrid nel 2012, e dopo aver guidato la ripresa delle operazioni con sede nel paese nel 2016 con l’apertura di BCN, pochissime persone nell’azienda conoscono meglio di me i pilastri su cui era basata la riapertura. E vorrei condividere con voi che quei pilastri sarebbero gravemente minati se prendessimo in considerazione alcune delle richieste che ci vengono rivolte dai sindacati.“ scrive Gandara.
Le basi spagnole di easyJet
Tutti sappiamo molto bene perché easyJet, con una scelta condivisibile da tutti, ha deciso di puntare sulle basi stagionali in Spagna e Portogallo: il costo del lavoro nei due paesi, grazie a contratti molto più favorevoli per l’azienda, aumentano il margine dei voli operati dalle basi iberiche e portoghesi, aumentando anche però l’efficienza operativa in particolare delle destinazioni più importanti del network estivo di easyJet dal Regno Unito.
Per questo motivo ed in un ottica europeista e di network non UK, le basi stagionali non possono essere considerate solo come più convenienti economicamente, “sfruttando” contratti più economici per easyJet, giustificando il pagamento di retribuzioni ben più elevate in Italia, Francia e Germania.
Le oltre 450 persone che lavorano 8 mesi l’anno, anche se ne lavoreranno 9, chiedono giustamente di poter avere una retribuzione che si avvicini a quelle dei loro colleghi, che fanno il loro stesso lavoro, hanno le loro stesse esigenze e hanno il diritto di una vita dignitosa esattamente come i loro colleghi.
La marginalità quindi non può essere utilizzata ne come leva ne come unica giustificazione per l’apertura di una base, ne può essere utilizzata come è stata percepita dai dipendenti easyJet spagnoli, quasi come una minaccia.
E’ il momento, dopo aver pensato al network, di pensare alle persone che lavorano in quelle basi, nello stesso modo in cui easyJet ha pensato alle sue persone che lavorano nella base di Berlino.
Non ci vuole un genio per sapere che aumentando le retribuzioni dei dipendenti di quelle basi, aumentano i costi delle basi e cala il margine, ma se questo margine rimane positivo e rimarrà positivo, visto che non sarà sicuramente minore di quello delle altri basi, easyJet come ha sempre fatto in questi anni e come sempre si è contraddistinta rispetto ad altri vettori, dovrà assicurare ai dipendenti spagnoli e portoghesi retribuzioni paragonabili a quelle dei loro colleghi europei, ovviamente anche in base al costo della vita locale.
Per questo motivo lo sciopero di 9 giorni dei dipendenti easyJet in Spagna è più che giustificato.