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Caos easyJet: una valanga di errori

easyJet però non è l’unica compagnia a dover affrontare un estate complicata, ma è la compagnia che ha commesso più errori previsionali, nonostante i dati in suo possesso, errori che hanno creato disservizi e problemi operativi che potevano essere in gran parte evitati.

Tutti gli analisti me compreso più volte abbiamo anche fatto notare come il modello di business della compagnia, non solo stia creando dei problemi in termini di flessibilità e resilienza, ma non è più attuale per affrontare lo scenario competitivo europeo, easyJet ha bisogno di una seconda trasformazione, la prima la fece Carolin McCall, che è stata CEO di easyJet nella sua prima trasformazione digitale, ora l’attuale CEO Johan Lundgren non sembra la persona adatta per farlo.

Cercherò ora di esprimere nel dettaglio gli errori più evidenti di easyJet

BREXIT

Le conseguenze della brexit erano ben note da tempo, easyJet quando ha programmato un estate ancora più forte del 2019, in particolare da Londra Gatwick, presumo che abbia calcolato il suo fabbisogno di personale per operare i voli e sicuramente ha nel suo storico statistico i dati che le consentivano di prevedere che non sarebbe stata in grado di assumere un numero di persone tale da ricoprire le posizioni scoperte a LGW e negli altri aeroporti UK.

Le risorse umane di easyJet sapevano che quasi oltre il 40% delle richieste di assunzioni in UK provenivano da paesi UE, chi conosce bene la base di LGW ad esempio la soprannomina una “colonia italiana” per il gran numero di italiani in base. Detto questo era ovvio che non fosse stato possibile effettuare da LGW un operativo maggiore del 2019.

Un altro aspetto molto importante è il mercato del lavoro in UK, intanto è giusto dire che easyJet non aveva alternative al licenziamento con l’inizio della pandemia, essendo assenti nel sistema normativo UK ammortizzatori simili a quelli di altri paesi in Europa.

Sempre le risorse umane di easyJet (ma anche quelle di British Airways) ed anche il board dovevano sapere che i lavoratori britannici preferiscono far altro, anche perché a differenza di altri lavori più comodi, gli assistenti di volo in UK sono pagati meno.

In un mercato del lavoro con una disponibilità così scarsa come quello in UK, easyJet non è l’unica compagnia aerea alla ricerca di personale, attualmente un assistente di volo se può scegliere, sceglie British Airways, di questi giorni è la notizia che anche Jet2 è preferita.

London Gatwick

easyJet purtroppo non è in grado con il suo attuale board e modello di business di andare oltre gli aeroporti con pochi slot disponibili, non è in grado con i suoi costi di affrontare la concorrenza adeguatamente, ovvero come la stessa easyJet ha più volte evidenziato nella sua strategia ha scelto questi aeroporti, aeroporti dove è evidente che è protetta, ma questa scarsa flessibilità, che bisogna dirlo è leggermente migliorata, non le ha permesso di adattarsi al meglio allo scenario post Covid.

I problemi più evidenti sono proprio a Londra Gatwick, le basi che soffrono solo quelle UK, dove hanno dovuto, con una scelta corretta, togliere l’ultima fila di sedili a bordo degli Airbus A319 basati in UK per fare in modo che per operare i voli con il 319 non fossero più necessari 4 assistenti di volo ma solo 3.

Questo non è stato sufficiente, pur avendo aerei a disposizione sta facendo uso di aerei in ACMI sempre da/per LGW ed anche per operare voli da LGW uso di aeromobili e personale dalle basi europee, anche con triangolazioni.

I problemi in UK stanno influenzando l’operativo delle altri basi easyJet in Europa, pesantemente quelle delle basi spagnole e portoghesi, ma anche il personale della base europea più importante della compagnia, ovvero Milano Malpensa è impiegato anche in altre basi europee.

Basi Spagnole in agitazione

L’apertura delle basi stagionali è stata una scelta anche se tardiva, corretta.

Il problema è che easyJet ne sta facendo un uso spropositato, grazie al costo fortemente inferiore degli equipaggi, un volo LGW-BCN operato da base BCN ha un costo nettamente inferiore a quello operato da LGW, aumentandone la marginalità.

E’ indiscutibile e easyJet non può negarlo che l’apertura delle basi stagionali in Spagna e Portogallo non stanno dando solo una maggior flessibilità operativa, ma anche un aumento della marginalità

Le basi spagnole di Malaga, Barcellona e Palma di Maiorca, sono in sciopero nel mese di luglio hanno già fatto 3 giorni, ne mancano altri 9, chiedono semplicemente di avere delle retribuzioni simili a quelle dei colleghi delle altri basi europee.

Diamo un pò di numeri: 1000 euro di differenza tra il salario basico per un assistente di volo easyJet in Spagna rispetto ad un suo collega tedesco, al quale è stato anche solo pochi giorni fa, accordato un aumento della retribuzione.

In Francia €1,850, in Olanda €1,739, nel Regno Unito €1,426, in Italia €1,395 e addirittura in Portogallo che pensavamo essere in una situazione simile alla Spagna 1,183 euro, questi sono dati diffusi dal sindacato spagnolo USO.

Comunicazione

Vi invito a dare uno sguardo alla stampa britannica ed al portale media di easyJet, nel portale easyJet per i media non troverete una solo comunicato che affronti il tema “caos” se non per la giornata del 26 maggio, mentre l’opinione pubblica inglese la sta colpendo duramente da settimane, con easyJet che sembra non in grado di reagire e non ha intenzione di ammettere i suoi errori, la conseguenza è un danno di immagine ed una non corretta gestione della crisi in ambito comunicativo.

La sensazione della stampa è che easyJet stia tentando di distogliere l’attenzione sui reali problemi diffondendo altri comunicati, che ovviamente sono passati in gran parte in sordina.

Il CEO di easyJet Johan Lundgren prima ha incolpato i ritardi per l’emissione degli ID Airside, poi la BREXIT e poi ha ammesso che hanno dovuto rifiutare oltre il 40% delle domande di assunzioni per basi UK da UE.

Altro errore è stato il meeting di lavoro nella amata Palma di Johan, alzando così un polverone che potevano tranquillamente evitare ritrovandosi in uno dei bellissimi cottage o hotel nelle campagne inglesi, senza che nessuno potesse dire nulla, “senza invitare a nozze i tabloid britannici“.

Orange spirit svanito

L’Orange spirit per chi conosce bene easyJet è uno dei valori più importanti della compagnia da sempre.

L’attuale board è riuscito a farlo svanire, creando un malessere generale del suo personale, in gran parte non più felice di lavorare per “questa easyJet“.

Non me la sento di incolpare per questo Peter Bellow, perchè il processo era già partito prima del suo arrivo.

Malessere” del personale

Dopo due anni che non lavoravano sono rientrati al lavoro con turnazioni ad aprile che solitamente affrontavano nei due mesi più caldi dell’anno a luglio e agosto.

easyJet aveva calcolato una % di assenze del 6%, nella realtà ha superato il 20% (dati easyJet), ma anche questo era prevedibile, assistenti di volo e piloti sono umani, non avendo neanche più quella spinta a lavorare per l’azienda, usufruiscono più massicciamente del fatigue e della malattia, avendone delle valide ragioni, anche a causa del Covid-19.

Conclusioni

Tutti hanno commesso errori ed il sistema UK ha evidenziato tutti i suoi problemi, tra cui la BREXIT, più volte ho detto come tutti gli stakeholders hanno parte della colpa, compreso il governo dimissionario di Boris, ma tutti dovrebbero ammettere le proprie senza incolpare solamente gli altri.

Vi consiglio di leggere questo articolo del Financial Times, la più importante testata economica al mondo, che espone in modo analogo quanto ho espresso in questo articolo, dove ho raccolto “colpe” che ho espresso più volte nei miei articoli in questi mesi.