Rigettata richiesta tutela cautelare ITA Airways per Aeroitalia
ITA Airways intendeva “tutelare la proprietà intellettuale” del brand Alitalia, un giudice di Roma però ha rigettato la richiesta di ITA Airways.
“La domanda cautelare non può essere accolta” si legge nella sentenza, l’indagine svolta ha riguardato una valutazione comparativa fra i marchi Aeroitalia e Alitalia.
In base alla sentenza del Tribunale I grado UE sez. IX, 15/07/2020, n.371: “È principio comune quello per cui esiste un rischio di confusione tra due marchi oggetto di valida registrazione allorquando nella mente del pubblico di riferimento vi sia similitudine tra i prodotti interessati, oltre che somiglianza dei segni in esame sul piano visivo ed un elevato grado di somiglianza fonetica di tali segni“.
L’indagine del tribunale ha quindi posto l’attenzione, seguendo tale principio, gli aspetti fonetici, grafici e semantici.
- ALITALIA da un quadrisillabo “A-LI-TA-LIA” nel quale oltre allo scontato richiamo al paese di bandiera (che costituisce la parte foneticamente meno significativa del marchio) l’enfasi è sulla parola “ALA” chiaramente evocativa del concetto di volo. Va richiamato l’orientamento giurisprudenziale per cui il consumatore presta la maggiore attenzione alla parte iniziale del marchio e molta di meno alla parte centrale e finale, per cui sono le prime parole o le prime lettere di una parola che rimangono impresse a chi percepisce il marchio (in tal senso Tribunale di Primo Grado 17.03.2004, T-183/02 e T-184/02; Tribunale di Primo Grado, T-290/07).
- AEROITALIA da un pentasillabo, “AE-RO-I-TA-LIA” nel quale l’elemento fonetico- semantico più significativo è il concetto di “ARIA” (“Aero” quale prefisso relativo ai sostantivi legati a tale concetto: “Aeroplano”, “Aeromobile”, “Aerodromo”, o Aeroporto”). La parte comune terminale è la parola “Italia” che deve ritenersi descrittiva rispetto allo Stato in cui le compagnie aeree titolari dei marchi a confronto sono stanziate, da cui operano e in cui si collocano, almeno in parte, le rotte servite. I due marchi appaiono quindi, ad un primo confronto, dissimili sotto il profilo del numero delle sillabe e dal punto di vista semantico-concettuale.
“È diversa la parte iniziale dei due marchi: in un caso “ALI” e nell’altro “AERO”quella che esprime per il consumatore l’elemento di maggiore caratterizzazione” si legge nella sentenza.
“Anche il riferimento concettuale è diverso: nella lingua italiana l’attitudine o la destinazione al volo umano si possono infatti riferire alle “ali”, come nel caso di come nel caso di ALITALIA, o agli animali del cielo, come nel caso di “aviazione”, la cui radice è “avis”, che è la traduzione di uccello in latino, oppure all’elemento fisico dell’aria, come nel caso di Aeroitalia. Sono tre modi di riferirsi alla stessa attività con riferimenti lessicali e semantici assai differenti. Ancora più marcate sono le dissonanze dal punto di vista figurativo. I marchi e Al di là dell’uso degli stessi colori (rosso e verde), riferibili entrambi alla professata “italianità” della società, appaiono differenti sotto il profilo del “font”, dell’impostazione stilistica (inclinato quello di ITA e dritto e rotondeggiante quello della resistente) e dell’importanza della “A” capitale, la quale, nel primo marchio, appare allineata con il restante corpo del marchio mentre nel caso di AEROITALIA assume una maggiore evidenza.
Ma è ancora in questo altro estratto della sentenza che è ancora più evidente l’esito dell’indagine: “[…] due segni che non appaiono visivamente confondibili, neppure per l’utente meno avveduto. Analogo discorso deve essere fatto per i marchi-logo.
ITA Airways sosteneva che vi fossero “evidenti somiglianze fonetiche e/o grafiche e/o concettuali, ma anche per l’utilizzo che di essi viene fatto sulle livree e sui timoni degli aerei, che richiamano in maniera evidente quegli degli aeromobili Alitalia”.
Il giudice del XVII SEZIONE – TRIBUNALE DELLE IMPRESE ha quindi rigettato la richiesta di ITA, in quanto non è stato riscontrato nulla di ciò che ITA sosteneva.
Ancora una volta quindi, in ITA Airways un residuo di Alitalia, ha causato il dispendio e spreco di risorse anche finanziarie, che ricordo essere attualmente, soldi publici e della collettività, dei contribuenti italiani.