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easyJet chiude definitivamente la base di Venezia

Non per qualche mese come durante il Covid, ma definitivamente, easyJet ha deciso di chiudere la base di Venezia.

I pochi dipendenti rimasti in base a VCE, con due aerei, hanno ricevuto il triste annuncio oggi, a loro saranno garantiti trasferimenti nelle basi di Milano Malpensa o Napoli, Da tempo si percepiva l’imminente chiusura della base, ed ora è evidente il motivo per cui quest’estate non ci sono state assunzioni a MXP e NAP, nonostante la mancanza di personale.

A Venezia, la base VCE è diventata marginale per l’operatività della compagnia e la presenza di una base con l’attuale programmazione non è più essenziale. Il progressivo disimpegno da VCE, iniziato nel periodo post-Covid con la riduzione della flotta da 7 a 2 aerei e il trasferimento di personale ad altre basi, si completa oggi con l’annuncio non ancora reso pubblico della chiusura della base di Venezia.

Si conclude così un capitolo iniziato il 16 febbraio 2016, che ha attraversato 18 anni di alti e bassi, investimenti, annunci e successivi tagli. Nonostante i recenti messaggi da Milano e Luton sembrassero rassicuranti per i dipendenti, e la base ridimensionata stesse ottenendo risultati considerati soddisfacenti, non sono state introdotte nuove rotte che potessero garantire la continuità operativa della base di Venezia di easyJet.

La chiusura della base di easyJet non è stata una decisione improvvisa per i vertici; è stata il culmine di una serie di scelte strategiche. La gestione e l’impiego della base negli ultimi anni sembrano essere stati solo il preludio allo smantellamento. Quando un’azienda decide di cessare un’attività, come nel caso di una base che rappresenta un asset significativo, vi è dietro una pianificazione accurata.

Ryanair ha sicuramente avuto un impatto su questa decisione; anche a Venezia, il vettore irlandese detiene una quota di mercato significativa. Tuttavia, una base non è più necessaria quando le destinazioni possono essere servite da aerei di altre basi, specialmente se il personale e gli aerei sono richiesti altrove. Non va dimenticato che easyJet, nonostante disponga di oltre 300 aerei, non ne possiede ancora abbastanza per gestire il suo intenso programma e soprattutto l’espansione di easyJet holidays. Inoltre, vi è la questione Linate da considerare.

Tuttavia, nella comunicazione al personale inviata oggi, i vertici di easyJet sono chiari, “i nostri piani per Milano dipendono anche dall’esito del processo di selezione dei “remedy taker” in relazione all’accordo ITA/Lufthansa. Se dovessimo avere successo in questo processo e ottenere l’approvazione della Commissione UE, ci verrebbero trasferiti diversi slot e opereremmo una serie di rotte di rimedio a corto raggio da Milano e Roma. In questo scenario, apriremmo una base a Milano LIN e Roma FCO dall’inizio dell’estate 2025. D’altro canto, nel caso in cui easyJet non venisse selezionata come “remedy taker”, verrebbero aggiunti due aerei a Milano Malpensa, dove siamo il vettore principale e dove intendiamo continuare con il nostro piano di crescita a lungo termine, indipendentemente dall’esito del processo di cui sopra.

Dichiarazione della Fit-Cisl.

Easyjet nella giornata di oggi ci ha informato che, nell’ambito di una riorganizzazione e di un riposizionamento delle attività nel mercato italiano, ha in programma di riallocare gli aeromobili attualmente basati a Venezia e, conseguentemente, programmare un trasferimento collettivo di tutti gli equipaggi presso le altre basi operative italiane”: è quanto dichiara in una nota il Segretario Generale Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia che prosegue: “EasyJet, allo stesso tempo, ha anche comunicato che per le evoluzioni e le dinamiche del comparto, ritiene che ci sarà un’importante opportunità di investimento nel mercato italiano, in linea con la strategia di sviluppo della compagnia negli aeroporti principali. Una previsione che valutiamo positivamente”.

In occasione dell’incontro previsto il prossimo 12 settembre – spiega ancora Pellecchia – chiederemo ai vertici aziendali la conferma del mantenimento dei livelli occupazionali e di reddito di lavoratici e lavoratori e non solo. Sulla base di tale precondizione occorrerà definire le azioni conseguenti al riposizionamento dell’azienda coinvolgendo lavoratrici e lavoratori nelle decisioni, assecondando le loro volontà ed esigenze”.

“Nel corso del confronto, richiederemo anche un approfondimento circa la possibilità che la compagnia sarà individuata come uno dei ‘remedy takers’ nell’alleanza tra Ita e Lufthansa e il suo piano di programmazione futura se tale ipotesi dovesse essere convalidata dall’Unione Europea”: conclude il Segretario Generale Fit-Cisl.

A tutti gli amici di VCE, un grazie per averci fatto volare 18 anni con voi ed un augurio per un futuro più sereno in easyJet o da “qualche altra parte sulle nuovole“.