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L’Europa ancora accecata dalle politiche green, colpisce l’aviazione

Sono due le modalità per i governi, per fare cassa in modo sicuro, le accise sui carburanti e le tasse sul trasporto aereo, lo fanno i singoli stati, lo fa l’Europa, minando la competizione, tassando i passeggeri, ancora una volta miope, accecata da obbiettivi green, colpendo il settore che meno inquina (circa il 3% sul totale, quota maggiore lungo raggio).

Se l’Italia è famosa e “amata” da Ryanair ( chi ci ha stufato con le sue polemiche) per l’addizionale comunale, tassa che però ai comune va solo in minima parte, la Francia, accecata da questo suo “amour imprudent” verso i treni, alimentati da un “energia verde“, il nucleare, che produce quantità importanti di scorie, con un bilancio statale in rosso (fino a ieri puntava il dito sull’Italia) ha deciso, dopo aver vietato alcune rotte nazionali, di aumentare le tasse sul trasporto aereo.

L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo ha avvertito il governo francese che l’aumento delle tasse sul trasporto aereo avrebbe un effetto disastroso per l’economia francese.

Il governo francese sta pianificando un significativo aumento delle tasse sui passeggeri aerei, parte di un pacchetto di nuove imposte mirate a ridurre il deficit di bilancio del paese. Tuttavia, l’evidenza suggerisce che i paesi con tasse sull’aviazione più elevate hanno registrato una ripresa più lenta dopo la pandemia. Questo aumento delle tasse potrebbe quindi ostacolare ulteriormente la ripresa dell’aviazione francese, compromettendo i benefici economici e il gettito fiscale che il settore può generare.

Willie Walsh, Direttore Generale della IATA, ha espresso forti preoccupazioni riguardo a queste proposte fiscali, definendole un potenziale disastro per la Francia. “Non puoi tassare te stesso per la prosperità. L’aviazione è un motore di occupazione e prosperità, nonché un comprovato acceleratore della crescita in altri settori dell’economia,” ha dichiarato Walsh.

Walsh ha sottolineato l’importanza di una valutazione d’impatto delle nuove tasse, criticando la proposta come frutto di panico e mancanza di pianificazione. Ha evidenziato che la Francia ha meno passeggeri e serve meno destinazioni rispetto a prima della pandemia, e ha sollevato dubbi sull’obiettivo del governo di raggiungere i 100 milioni di turisti. Inoltre, ha messo in discussione come il prelievo di 1 miliardo di euro dall’aviazione possa aiutare nella costosa transizione verso carburanti sostenibili.

In un confronto con la Svezia, Walsh ha ricordato che il paese scandinavo ha abolito la sua tassa sull’aviazione in risposta alla lenta crescita economica.

Ha suggerito che la Francia dovrebbe seguire questo esempio, sostenendo che la soluzione al deficit di bilancio risiede nella crescita economica e nell’espansione della base imponibile, piuttosto che nel tassare eccessivamente i settori produttivi dell’economia.

Ma la Svezia, non ha un bilancio statale in rosso come la Francia, la Germania cosa farà, anch’essa a caccia di fondi in recessione?

Non possiamo dimenticare inoltre, che l’aviazione, investe molto per rendere le sue operazioni sempre più efficienti, riducendo il consumo del carburante e le emissione, con nuovi aeromobili, e l’utilizzo di bio carburanti (SAF Sustainable Aviation Fuel), sul quale l’Europa e gli stati membri dovrebbero investire di più, perché solo in questo modo si potrà realmente ed in breve tempo contribuire a ridurre le già basse e sempre più basse, emissioni del trasporto aereo.