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L’età media delle flotte aumenta

L’Associazione Internazionale del Trasporto Aereo (IATA) prevede che gravi problemi alla catena di fornitura continueranno a influenzare le prestazioni delle compagnie aeree fino al 2025, aumentando i costi e limitando la crescita, l’età media della flotta mondiale ha raggiunto il record di 14,8 anni.

Nel periodo tra il 1990 ed il 2024, l’età media era di 13,6 anni, con i problemi di Boeing, che ha fermato la produzione per alcuni mesi, ha drasticamente diminuito le consegne, la sola Airbus che ha continuato, non soffrendo degli stessi problemi del produttore americano, a consegnare con un trend sostenuto nuovi aeromobili, l’unico limite appunto sono stati i problemi alla catena dei fornitori, i vettori stanno mandando in pensione più tardi gli aeromobili più vecchi, alzando di fatto l’età media.

Sono stati consegnati il 30% in meno di aerei, una grandissima parte Boeing, Nel 2025, si prevede che le consegne saliranno a 1.802, ben al di sotto delle aspettative precedenti di 2.293 consegne, con ulteriori revisioni al ribasso nel 2025 ampiamente considerate come del tutto possibili.

l backlog (numero cumulativo di ordini non evasi) per i nuovi aeromobili ha raggiunto i 17.000 aerei, un record. Con gli attuali tassi di consegna, ci vorrebbero 14 anni per evadere la richiesta, il doppio del backlog medio di sei anni per il periodo 2013-2019. Tuttavia, si prevede che il tempo di attesa si ridurrà con l’aumento dei tassi di consegna.

Un altro problema sono le revisioni ad esempio dei motori Pratt & Whitney che vengono utilizzati per gli Airbus A321neo, questi sono il 2% (circa 700) della flotta mondiale, sono parcheggiati per diversi motivi non utilizzabili, il 14% degli aerei (circa 5.000 aeromobili) della flotta totale (35.166 a dicembre 2024, inclusi gli aeromobili di fabbricazione russa). Sebbene la situazione sia migliorata di recente, gli aeromobili parcheggiati rimangono 4 punti percentuali in più rispetto ai livelli pre-pandemia (equivalenti a circa 1.600 aeromobili).

“I problemi della supply chain stanno frustrando ogni compagnia aerea con un triplo colpo su ricavi, costi e prestazioni ambientali. I fattori di carico sono a livelli record e non c’è dubbio che se avessimo più aerei potrebbero essere impiegati in modo redditizio, quindi i nostri ricavi sono compromessi. Nel frattempo, la flotta obsoleta che le compagnie aeree stanno utilizzando ha costi di manutenzione più elevati, brucia più carburante e richiede più capitale per mantenerla in volo. E, oltre a questo, i tassi di leasing sono aumentati più dei tassi di interesse poiché la concorrenza tra le compagnie aeree ha intensificato la corsa per trovare ogni modo possibile per espandere la capacità. Questo è un momento in cui le compagnie aeree devono sistemare i loro bilanci post-pandemia malconci, ma il progresso è effettivamente limitato dai problemi della supply chain che i produttori devono risolvere”, ha affermato Willie Walsh, direttore generale dell’IATA.

“L’intero settore dell’aviazione è unito nel suo impegno per raggiungere zero emissioni nette di carbonio entro il 2050. Ma quando si tratta della praticità di arrivarci effettivamente, le compagnie aeree si ritrovano a sopportare il peso maggiore. I problemi della catena di fornitura sono un esempio lampante. I produttori stanno deludendo i loro clienti delle compagnie aeree e questo sta avendo un impatto diretto sul rallentamento degli sforzi delle compagnie aeree per limitare le loro emissioni di carbonio. Se i produttori di aeromobili e motori potessero risolvere i loro problemi e mantenere le loro promesse, avremmo una flotta più efficiente nei consumi in volo”, ha affermato Walsh.