Milano

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli #MILANO

La Fondazione ha come obiettivo di dare vita ad un nuovo, grande centro culturale urbano, dando così corpo al progetto della nuova sede posta nell’area di Porta Volta tra Viale Pasubio e Viale Crispi. Si sviluppa su circa 2.700 metri quadrati su cinque piani. Il progetto architettonico è firmato dallo studio internazionale di architettura Herzog & de Meuron.

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La Fondazione sta programmando un importante ampliamento della propria attività, che, pur mantenendo tutte le iniziative attuali e muovendosi nel solco della sua tradizione e della sua storia, la apra oggi e in futuro a nuovi linguaggi e a nuovi pubblici, rinnovando anche i servizi fino a oggi offerti ai lettori come biblioteca specializzata. In particolare, la Fondazione si sta proponendo nella nuova sede come uno dei  principali elaboratori a livello nazionale di  programmi  e  di politiche culturali di respiro internazionale, e diventare un centro di aggregazione culturale della comunità urbana milanese, in collaborazione con le associazioni e le istituzioni culturali del territorio.[1]

Giangiacomo nasce a Milano il 19 giugno 1926, figlio di Carlo Feltrinelli, esponente di spicco della finanza italiana tra gli anni Venti e la prima metà degli anni Trenta. Attivo della guerra di Liberazione servendo nel Gruppo di Combattimento Legnano, uno dei nuclei del ricostituito regio esercito italiano che cobelligerava a fianco degli Alleati anglo-americani. Nel marzo 1945 decide di aderire al Partito comunista italiano e successivamente si trasferisce a Milano. Nel 1948 comincia a lavorare al progetto di costruzione di una Biblioteca che potesse raccogliere materiale documentario inerente la storia del movimento operaio italiano e internazionale e all’inizio del 1949 promuove la nascita della Cooperativa del libro popolare (Colip), il cui fine è la promozione della letteratura e della cultura a un prezzo accessibile presso i giovani e presso le classi popolari. [ se vuoi saperne di più ]

L’edificio si sviluppa su 5 livelli, il piano terreno ospita una libreria Feltrinelli e un bistrot, la Feltrinelli fu la prima in Italia a sperimentare tale formula a Mestre, nella libreria al sesto pianto del centro “le Barche” . Il primo piano dell’edificio è occupato da una sala polifunzionale attrezzata per ospitare proiezioni e momenti performativi di vario genere.

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Il secondo e il terzo piano sono, invece, destinati alla zona uffici e alle aule per incontri e seminari in grado di ospitare complessivamente circa 160 persone.

Il quinto piano ospita la sala lettura della biblioteca, ampia luminosa e di design è accessibile a tutti, per accedere serve un documenti di identità da lasciare alla reception che vi fornirà un badge per accedere al quinto piano.

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vista la posizione a pochi passa da piazza Gae Aulenti e da Corso Como, vale la pena ritagliare una ventina di minuti per visitare la sala lettura e godere dello splendido panorama, al piano primo vengono anche organizzate delle mostre temporanee, maggiori informazioni sulla programmazione dello spazio espositivo.

Come arrivare: 

Viale Pasubio 5 20154 Milano
 Milano_tram Milano_bus Milano_linea_M2.svg Milano_linea_M5.svg Milano P.ta Garibaldi o Gioia  e treni regionali stazione P.ta Garibaldi 20px-Logomi_r.svg20px-Linee_S_di_Milano.svg

Orari dal 21 agosto 2017:

La Sala Polifunzionale è aperta per visite dalle 9.30 alle 17.30 dal lunedì al venerdì.
La Sala di Lettura è aperta al pubblico con i seguenti orari: lunedì – giovedì dalle 9.30 alle 17.30venerdì dalle 9.30 alle 13.00.

Tutte le info qui

 [1] tratto dal sito della fondazione Giangiacomo Feltrinelli 

Aviation

Crisi del low-cost o di alcuni modelli low-cost?

Dal titolo penso che sia chiaro dell’argomento di cui parlerò oggi, di crisi di compagnie aeree ne abbiamo viste tante, sia dopo l’11 settembre 2001 che in seguito alla liberalizzazione dei cieli, vettori che non sono stati in grado di fronteggiare la crisi che si è andata a creare in seguito all’attentato e alla concorrenza di compagnie aeree meglio strutturate e con manager più lungimiranti nel caso della liberalizzazione del mercato aereo.

Da diversi anni sono entrate nel mercato aereo numerose compagnie aeree etichettate come low-cost, ma tante dopo qualche anno non hanno resistito alla concorrenza e sono fallite, e qui mi pongo la domanda, era il loro modello aziendale ad essere fallimentare o è il modello low-cost che non funziona più?

Focalizziamoci su quest’ultimo anno, in particolare i casi di Monarch, Air Berlin e Ryanair, tre situazioni completamente diverse ma che subito ci porteranno ad avere una chiara idea sul quesito che mi sono posto, per aiutarci servirà analizzare anche il caso British Airways e Air France, poi capirete il perchè.

Cominciamo da Monarch, che dopo oltre 50 anni di storia, quella che era considerata la low cost che più ha resistito negli anni, trasformandosi in seguito ai cambiamenti nel mercato aereo, si è ritrovata costretta a dichiarare lo stato di insolvenza e a sospendere tutti voli meno di un mese fa, dopo una crisi finanziaria causato da un indebolimento del loro modello di business, che nel dettaglio ho spiegato in questo articolo.

Air Berlin, la seconda compagnia aerea Tedesca, di proprietà di Etihad per il 29,2%  che  ha annunciato l’avvio della procedura d’insolvenza lo scorso agosto,  quando Etihad, vettore degli Emirati Arabi Uniti, azionista anche di Alitalia per il 49%, si è rifiutato di erogare altri finanziamenti. Nel 2016 Air Berlin ha chiuso in rosso di 782 milioni di euro. E pochi giorni fa ha annunciato la sospensione di tutti i voli a lungo raggio.

Ryanair che si è ritrovata all’improvviso a dover correre ai ripari dopo la stagione estiva, per un esodo di massa di piloti e assistenti di volo oltre che ad un planing ferie che ha portato molti dei piloti a dover smaltire le ferie accumulate e che nonostante l’incentivo proposto dal vettore, si sono rifiutati di rientrare a lavoro.

E arriviamo a British Airways che nei voli a medio raggio è diventata una low-cost in termini di livelli di servizio e a Air France, che si appresta il primo dicembre ad avviare i voli della sua nuova low-cost JOON che non sarà una vera low-cost ma piuttosto un vettore #JOUNG, un nuovo modo di volare ad un prezzo da quasi low-cost.

Penso che sia già chiaro a tutti che non si può quindi parlare di un modello ma di modelli di low-cost differenti, diversi modi di vedere il #LOW, diversi modi di vedere il #FLY e il #SERVICE.